TRATTAMENTO DI PAZIENTE CON MORSO DI VIPERA IN OSSERVAZIONE BREVE

Topic: TOSSICOLOGIA
Autore: MAZZARINO CARMELO
Affiliazione: LAUREA, OSPEDALE GENERALE DI ZONA, LENTINI, ITALIA
Co-autori: Carmelo Mazzarino (1) - Antonia Tonzuso (1) - Francesco Giuffrida (1) - Rosaria Lombardo (1) - Loredana Prestianni (1)

AUTORE PRESENTANTE: > 35 ANNI

OBIETTIVI:
L’intossicazione da morso di vipera raramente provoca morte o una grave sindrome clinica. Considerato che dei ricoveri che avvengono per morso di vipera solo il 41% sviluppa sintomi e di questi ultimi il 45% ( 18% di tutti i ricoveri ) ha richiesto il trattamento con siero antiofidico, la necessità è che questi pazienti siano ricoverati nelle OBI dentro i Pronto Soccorso, per evitare ricoveri inappropriati
METODI :
Un uomo di trentanove anni, giungeva alla nostra osservazione riferendo dolore urente con edema duro localizzato al polpaccio sinistro esteso fino alla caviglia omolaterale.
L’uomo riferiva che mentre passeggiava in montagna, avvertiva un dolore acuto al polpaccio.
Pur dolorante raggiungeva il proprio mezzo distante alcuni km e si recava in Ospedale.
Al suo arrivo in PS dopo diverse ore dall’accaduto si presentava agitato, nausea e vomito, PA 135/85 mmHg, Fc di 109 bpm, SO2 98, FR 22 e TC di 37.3 C°.
Venivano eseguiti prelievi ematici con assetto coagulativo, terapia antibiotica, corticosteroidea e profilassi antitetanica, venivano effettuate delle misurazioni seriate della circonferenza dell’arto colpito che inizialmente era di 40 cm.
Il paziente veniva ricoverato in OBI, dove in considerazione dell’edema imponente dell’arto coinvolto e del superamento dell’articolazione del ginocchio , si è provveduto alla somministrazione di 10 ml di siero in 250 ml di sol. Fisiologica a 100 ml/h.; durante la somministrazione il paziente non ha presentato nessuna reazione avversa.
RISULTATI:
Durante il ricovero veniva sottoposto a monitoraggio multiparametrico, controlli seriati degli esami ematochimici e dell’assetto coagulativo.
Si è mantenuto emodinamicamente stabile, con riduzione della sintomatologia locale e riduzione della circonferenza dell’arto.
Il paziente veniva dimesso dopo 48 con indicazione a continuare terapia antibiotica , eparina bpm e riposo assoluto.
Ai successivi controlli ambulatoriali si notava una marcata diminuzione dell’edema fino al ripristino completo delle dimensioni dell’arto avvenuto dopo otto giorni.

CONCLUSIONI:
Considerato l’esiguo numero di pazienti che viene trattato con siero antiofidico, risulta ancora più appropriato il ricovero nelle OBI, dove il paziente viene sottoposto ad osservazione clinica e dimesso senza creare ricoveri impropri o inappropriati.