TIA E FA: UN CASO BANALE?

Topic: STROKE
Autore: INGRASSIA STELLA
Affiliazione: SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE MEDICINA D'EMERGENZA-URGENZA, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA, GENOVA, ITALIA
Co-autori: Stella Ingrassia (1) - Patrizia Giuntini (2) - Marta Sessarego (2) - Paolo Moscatelli (2)

AUTORE PRESENTANTE: <35 anni
Donna di 75 anni, accede in DEA per un episodio di impaccio motorio all’arto superiore sinistro durato circa 20 minuti, associato a cardiopalmo. Si tratta di una donna, in terapia con bisoprololo e aspirina, che in anamnesi riferisce solo un ricovero in Cardiologia molti anni prima per alterazioni elettrocardiografiche: in quell’occasione gli accertamenti erano stati interrotti per scarsa compliance da parte della paziente che ha sempre presentato condizioni cliniche ottimali. La paziente presenta un buon compenso emodinamico, l’esame obiettivo rivela un soffio sistolico apicale; l’ECG mostra fibrillazione atriale con buon controllo della frequenza ventricolare e deviazione assiale destra. Gli esami ematochimici sono nella norma, a eccezione di un elevato valore di NT-proBNP (4116 ng/L). All’ecocardiografia bedside si riscontra notevole dilatazione delle cavità cardiache destre con ipertensione polmonare (PAPS: 90 mmHg); l’ecografia transtoracica non permette di escludere una comunicazione interatriale per cui si propone l’esecuzione di un’ecocardiografia transesofagea durante sedazione, che la paziente rifiuta fermamente per un rifiuto psicologico. Si propone quindi una TC cardiaca che la paziente accetta di eseguire. La TC mette in evidenza un ampio difetto interatriale, tipo “ostium secundum”, con shunt sinistro-destro; si evidenzia inoltre una formazione trombotica in atrio destro.
La paziente viene valutata anche dal consulente cardiochirurgo che propone ulteriori accertamenti, che la paziente rifiuta fermamente. Si informano i familiari del rischio di cardiopatie congenite familiari e si dimette la paziente in terapia anticoagulante orale. A un successivo controllo a 2 mesi la paziente si presente in buon condizioni cliniche, asintomatica.
Il caso mette in evidenza due aspetti: il primo è la possibilità di utilizzare la cardioTC per la diagnosi accurata di difetti cardiaci in caso non sia possibile eseguire accertamenti anche minimamente invasivi; il secondo aspetto è che il medico d’emergenza non deve mai sottovalutare la possibile presentazione di un difetto cardiaco congenito anche in una paziente asintomatica in età avanzata.