L’ETNIA COME FATTORE DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE: ESPERIENZA DI UN DEA DI I LIVELLO

Topic: ORGANIZZAZIONE ETICA E MEDICINA LEGALE
Autore: LANZARA STEFANIA
Affiliazione: OSPEDALE M: G. VANNINI, OSPEDALE, ROMA, ITALIA
Co-autori: Stefania Lanzara (1) - Pietro Lentini (1) - Cinzia Sighieri (1)

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Obiettivo: L’ ospedale MG Vannini di Roma, sede di un DEA di I livello, è un ospedale inserito in un territorio intensamente popolato con vocazione multietnica. Abbiamo misurato la numerosità dell’afferenza multietnica dal 2010 ed abbiamo valutato se all’interno delle tre etnie maggiormente rappresentate: rumena, bengalese, e cinese vi sia una differenza nella tipologia dei ricoveri.
METODI Attraverso un sistema di statistica che valuta i dati del GIPSE (software per l’inserimento dei dati anagrafici, clinici, strumentali di tutti i pazienti che afferiscono al Pronto Soccorso), abbiamo verificato la percentuale di pazienti stranieri, l’esito, e le caratteristiche del ricovero. Abbiamo messo a confronto questi dati con la popolazione italiana e tra le etnie maggiormente rappresentate.
RISULTATI dal 1 gennaio del 2010 al 30 giugno del 2014 gli stranieri afferiti al nostro Pronto Soccorso sono stati oltre il 20% all’anno, in costante lieve crescita e nel 2014 sono il 23,5%. Le tre etnie maggiormente rappresentate sono la rumena 22%, la bengalese 18% e la cinese 8%. Per gli stranieri la necessità del ricovero si è verificata nell’11% dei casi mentre per gli italiani nel 15%. Ciò è legato maggiormente all’età più giovanile degli stranieri rispetto gli italiani, infatti il 38% degli italiani ha oltre 64 anni contro meno dell’1% per le tre etnie. Per quanto riguarda la destinazione ricovero: l’etnia rumena e cinese presentano una afferenza al Pronto Soccorso essenzialmente per necessità chirurgiche o ostetriche (quasi al 90%). L’etnia bengalese invece ha una alta percentuale di ricoveri in cardiologia-utic (10%). Il ricovero in cardiologia-utic è inesistente per l’etnia cinese e per l’etnia rumena è inferiore al 4%.
CONCLUSIONI L’immigrato sebbene mediamente più giovane tende però a subire un processo di cambiamento psicologico e culturale con l’adozione di stili di vita occidentale e con drammatico aumento dell’incidenza di ipertensione, obesità, diabete, cancro, depressione ansia ecc. La condizione dell’etnia bengalese già nota nel mondo anglosassone dove è più antica questa immigrazione ha portato a paragonare questa condizione ad una epidemia. Sembra opportuno ritenere l’etnia bengalese alla stregua di un ulteriore fattore di rischio quando si valuta il percorso per il dolore toracico