UN CASO DI PSICOSI APPARENTEMENTE BANALE

Topic: BIOMARKERS
Autore: GRECO GRAZIANA FRANCESCA
Affiliazione: AZIENDA OSPEDALIERA, CARLO POMA, MANTOVA, ITALIA
Co-autori: Graziana Francesca Greco (1) - Andrea Nocchi (1) - Claudia Lobianco (1)

AUTORE PRESENTANTE: (<35);
Un ragazzo di 17 anni si presentava in DEA per la comparsa improvvisa di alterazioni comportamentali: agitazione psicomotoria, aggressività e deliri persecutori associati a sudorazione profusa .
In APR emergeva da subito l’assunzione, sino al mese precedente, di varie sostanze d’abuso tra cui MDMA, ketamina, cocaina e cannabinoidi.
I parametri vitali e gli ematochimici, compreso il tossicologico su urine, risultavano altresì negativi.
Il paziente veniva valutato da Psichiatra ed inviato a domicilio con neurolettico.

Rientrava due giorni dopo per eccessiva sedazione, rallentamento ideomotorio, vomito insistente e veniva ricoverato in Medicina ad escludere psicosi organiche misconosciute.
La TC encefalo ed il pannello umorale risultavano negativi; aspecifiche invece le alterazioni alla RM encefalo. Durante il ricovero si presentava singolo picco febbrile per cui si eseguiva PL nel sospetto di encefalite virale e si impostava terapia antivirale .
Successivamente comparivano movimenti ripetitivi buccali ed ipertono degli arti superiori; all’EEG emergeva quadro compatibile con stato di male epilettico; in assenza di risposta a qualsiasi trattamento anticomiziale il paziente veniva trattato con propofol con ricomparsa dei sintomi ad ogni tentativo di sospensione. Trasferito presso il CAR veniva intubato con progressivo deperimento organico e comparsa di decubiti.

Dopo diversi giorni perveniva referto francamente positivo per abs anti-NMDA-R; il paziente veniva trattato dapprima con IVIg senza risposta e in seguito con Rituximab, presentando un lento ma progressivo miglioramento clinico sino all’estubazione ed al trasferimento in Riabilitazione.

Scoperta nel 2007, l’encefalite limbica da abs anti-NMDA- R (recettore del glutammato) rappresenta un’entità nosologica di non raro riscontro. Colpisce più spesso i giovani e nell’80% le donne.
Oltre la metà dei casi sono paraneoplastici, secondari a tumori ovarici e linfomi che esprimono l’antigene di superficie. Si manifesta con alterazioni psichiatriche, del movimento e disautonomia tali da richiedere spesso il ricovero in Terapia Intensiva ed una lunga ospedalizzazione, anche in ragione dell’andamento multistage e la diagnosi tardiva.
Il trattamento con immunosopressori presenta una risposta sodidsfacente con recupero totale in oltre la metà dei pazienti.