IL DETENUTO IN PRONTO SOCCORSO: UNA PRIORITÀ DIFFERENTE?
Topic: NURSING
Autore: DELLEPIANE ANDREA
Affiliazione: IRCCS AOU SAN MARTINO IST, OSPEDALE UNIVERSITARIO, GENOVA, ITALIA
Co-autori: Fiorella Altomonte (1) - Paola Ballarino (1) - Simona Vassallo (1) - Laura Demattei (1) - Andrea Dellepiane (1) - Gabriella Fante (1) - Caterina Stuttgard (1) - Olgalisa Di Ridolfo (1) - Fabrizio Favata (1)
AUTORE PRESENTANTE: > 35 ANNI
La 'Sanità Penitenziaria' comincia nel 1970 con la legge n.740, che per la prima volta prevede, per il cittadino detenuto, il diritto di ricevere cure mediche all’interno del carcere.
Con la Legge 354 del 1975 (legge sull’Ordinamento Penitenziario), viene successivamente stabilito che ogni struttura deve avere la presenza garantita di servizi sanitari adeguati alle esigenze della popolazione detenuta, di specialisti in psichiatria, ed e’ possibile «avvalersi della collaborazione dei servizi pubblici sanitari locali, ospedalieri ed extra-ospedalieri, d’intesa con la regione e secondo gli indirizzi del Ministero della sanità» (art. 11). Con la riforma della sanità penitenziaria (D.L. 203/’99) viene definito il principio che i detenuti hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, all’erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci ed appropriate, sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute Sanitari Regionali ed in quelli locali.
Il diritto alla salute è altresì riconosciuto ai cittadini stranieri detenuti in misura uguale a quello riconosciuto ai detenuti italiani in quanto è indipendente dalla titolarità del titolo di soggiorno.
Con l’Art. 7 della legge 2961993 viene infine prevista la realizzazione negli Ospedali di reparti destinati, in via prioritaria, al ricovero di pazienti detenuti ma questi, vengono realizzati solo dopo il Decreto 21 aprile 2000 del Ministero della Sanità.
Compaiono perciò nei Capoluoghi di Regione i “Repartini” o le “Medicine protette”, nuovi reparti ospedalieri destinati ad ospitare i detenuti per la cura delle patologie che non possono essere affrontate in ambiente penitenziario. Questi reparti rispondono a standard di sicurezza sia strutturale che di sorveglianza assicurata nelle 24 ore da nuclei dedicati di agenti di Polizia Penitenziaria.
Gli Autori , anche in risposta all’annosa problematica che il Nucleo Traduzioni espone ogni qualvolta deve provvedere ad accompagnare i detenuti in luogo esterno di cura in regime di art. 17 O.P.( urgenza per imminente pericolo di vita ) , hanno analizzato la casistica dell’IRCCS AOU SAN MARTINO DI GENOVA , dal 2007 al giugno 2014 rappresentata da 896 accessi
E’ infatti abitualmente contestata la diversa priorità attribuita in triage ai detenuti , rispetto a quella d’invio che costringe la scorta a custodire il detenuto in luogo non idoneo e a lunghe attese che spesso interessano più turni di lavoro.
Gli Autori Espongono nel loro lavoro un ‘analisi delle diagnosi di accesso, delle priorità attribuite e dei tempi di attesa e propongono una serie di soluzioni per snellire i tempi di attesa.