LA PROFILASSI NEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO NEL DEA: LO SCORE TEVERE. RISULTATI DI UNO STUDIO OSSERVAZIONALE MULTICENTRICO CONDOTTO IN 23 OSPEDALI/UNIVERSITÀ DELLE REGIONE LAZIO E UMBRIA
Topic: LA RICERCA
Autore: VINCENTELLI GIOVANNI MARIA
Affiliazione: ORDINE FATEBENEFRATELLI, OSPEDALE SAN GIOVANNI CALIBITA - ISOLA TIBERINA, ROMA, ITALIA
Co-autori: Giovanni Maria Vincentelli (1)
OBIETTIVI
La profilassi del tromboembolismo venoso (TEV) è più bassa nella medicina d’urgenza rispetto alla medicina interna, specie se si fa riferimento al criterio dell’immobilizzazione o, tra i vari score, al più accreditato, il Padua score, che assegna all’immobilizzazione il punteggio maggiore.
Scopo dello studio è rivalutare criticamente, nel paziente medico, afferente nei Reparti di medicina interna e d’urgenza, i vari criteri e score con il fine di proporne uno più “attento” al paziente acuto e nel contempo caratterizzato da elevata sensibilità e specificità.
METODI
Studio osservazionale doppio caso controllo, con arruolamento, per ogni caso di TEV, di due pazienti consecutivi, in assenza di TEV, di pari sesso e classe di età (18-50, 50-55, 55-60, 60-65,65-70,70-75, 75-80, >80 anni.
Studio condotto nei reparti di medicina interna e d’urgenza di 23 ospedali/università della regione Lazio e Umbria
RISULTATI
Sono stati arruolati complessivamente 1215 pazienti, 409 casi di TEV (di cui 50% TVP, 9.9% EP, 40.1% EP+TVP) e 806 casi controllo. Il 76% era arruolato nella medicina d’urgenza, il 24% nella medicina interna.
Il TEV si è correlato in maniera altamente significativa (p<0.01) con pregresso TEV, trombofilia nota, neoplasia, immobilizzazione, insufficienza venosa cronica, iperomocisteinemia, catetere venoso centrale, recente ricovero. A significatività intermedia (p<0.05 ma >0.01) sono risultati: obesità, recente intervento di chirurgia maggiore, familiarità per TEV, trattamento con estroprogestinici e con gli stimolanti l’emopoiesi.
E’ stato proposto lo score “TEVere” (neoplasia, pregresso TEV, ipercoagulabilità, chirurgia maggiore recente, farmaci stimolanti l’emopoiesi, presenza di catetere venoso centrale, obesità, allettamento, terapia ormonale, età >70aa) che ha evidenzato un ottimo profilo sia in termine di specificità che di sensibilità, anche rispetto al Padua score.
CONCLUSIONI
Lo score TEVere, pur caratterizzato rispetto al Padua da un minore punteggio assegnato al criterio dell’immobilizzazione, mantiene una elevata predittività di TEV. Come tale si propone soprattutto nel paziente “acuto” che spesso non ha ancora raggiunto il tempo per l’assegnazione di tale criterio di rischio. Si configurerebbe pertanto come lo score ideale nei pazienti afferenti al DEA, pur necessitando di ulteriori studi di conferma