IL VALORE PROGNOSTICO DELL’EOSINOPENIA NEI PAZIENTI CON INFEZIONE NELL’AMBITO DELL’EMERGENZA-URGENZA

Topic: LA RICERCA
Autore: CRIDA PAOLA
Affiliazione: DIPARTIMENTO DI EMERGENZA ED ACCETTAZIONE, PRONTO SOCCORSO-MEDICINA D'URGENZA, A.S.O. S. CROCE E CARLE, CUNEO, ITALIA
Co-autori: Paola Crida (1) - Letizia Barutta (1) - Emanuele Bernardi (1) - Martina Bonetto (1) - Virna Olocco (1) - Vincenzo Peloponneso (1) - Elisa Pizzolato (1) - Giulia Racca (1) - Cristina Serraino (1) - Elisa Testa (1) - Francesco Tosello (1) - Attilio Allione (1) - Luca Dutto (1) - Giuseppe Lauria (1) - Bartolomeo Lorenzati (1) - Elena Maggio (1) - Giampiero Martini (1) - Andrea Sciolla (1) - Bruno Maria Tartaglino (1)

Autore presentante: < 35 anni
Obiettivi:
La sepsi, la sepsi grave e lo shock settico sono alcune tra la principali cause di morte nel paziente critico: la diagnosi precoce e l’avvio della terapia specifica sono gli obbiettivi da perseguire al fine di migliorare la sopravvivenza. Diversi studi si sono susseguiti per dimostrare l’utilità dell’eosinopenia come marker di infezione ottenendo risultati contrastanti; non esiste, inoltre, un dato univoco riguardo al valore di eosinofili assoluti che configuri il quadro di eosinopenia. Alla luce di queste lacune, abbiamo valutato l’eosinopenia come fattore predittivo di ospedalizzazione, di ricovero nelle unità di terapia intensiva, di aggravamento del quadro clinico e di morte nei pazienti afferiti al Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo da Gennaio a Dicembre 2011 con diagnosi certa o sospetta di infezione.
Metodi:
Lo studio, retrospettivo, ha coinvolto 1326 pazienti che si sono presentati al PS con diagnosi di infezione, sepsi, sepsi grave e shock settico. Nella selezione dei criteri di esclusione si è cercato di eliminare il maggior numero possibile di variabili confondenti: terapia steroidea recente (anche se somministrata durante il trasporto in ospedale), insufficienza surrenalica primaria o secondaria, infezione da HIV-AIDS, malattia ematologica maligna (malattie mieloproliferative e mieloma multiplo), immunosoppressione o leucopenia in recente ciclo di radio o chemioterapia, altre cause note di eosinofilia. Non sono stati considerati come criteri di esclusione i farmaci, in quanto possibile causa di eosinofilia, perché questa si verifica in modo transitorio. I pazienti arruolati sono stati successivamente suddivisi in due sottogruppi (dimessi e ricoverati). La diagnosi definitiva è stata ricavata dall’analisi delle cartelle cliniche informatizzate, utilizzando codice di classificazione ICD-9.
Risultati.
L’eosinopenia è risultata significativamente correlata con le diagnosi di sepsi, sepsi grave e shock settico (p<0.01); inoltre nei pazienti eosinopenici è stato dimostrato un aumento generale del rischio di ricovero (OR=2.22, p<0.01), di ricovero in area critica (OR=2.59, p<0.01), di aggravamento del quadro clinico (OR=5.72, p<0.01) e di morte (OR=3.67, p<0.01). Alcuni dei risultati sopra descritti sono stati ulteriormente confermati nel gruppo dei pazienti ricoverati (aggravamento del quadro clinico OR=3.93, p<0.01; morte OR=2.36, p<0.05).
È stato inoltre osservato che l’82% dei pazienti deceduti erano eosinopenici già al momento dell’accesso in PS.
La condizione di eosinopenia è stata definita dal cut off di 51 eosinofili assoluti/mm³ (mediana degli eosinofili assoluti nel campione).
Conclusioni.
L’eosinopenia è un promettente fattore predittivo di prognosi infausta del paziente settico ed è parametro affidabile nel valutare il rischio di ospedalizzazione.
I risultati ottenuti, associati al basso costo ed alla rapidità dell’esame, conferiscono al conteggio degli eosinofili, nel setting del PS, un ruolo utile nella stratificazione prognostica dei pazienti con infezione e nel decision making del Medico d’Urgenza.