INFLUENZA DELL’EMOCOLTURA EFFETTUATA IN PRONTO SOCCORSO NELLA GESTIONE DEI PAZIENTI SETTICI
Topic: LA RICERCA
Autore: POZZESSERE PIERO
Affiliazione: MEDICINA E CHIRURGIA D'ACCETTAZIONE E D'URGENZA, AZIENDA OSPEDALIERA POLICLINICO CONSORZIALE, BARI, ITALIA
Co-autori: Piero Pozzessere (1) - Gerasimos Tzakis (2) - Paola Dell'aquila (1) - Concetta Staiano (1) - Teresa Balzano (1) - Laura Poli (1) - Giovanni Loiacono (1) - Giuseppe Miragliotta (2) - Francesco Stea (1)
Nonostante le raccomandazioni delle linee guida internazionali, l’emocoltura in PS non è ancora pratica diffusa.
Obiettivo dello studio: valutare l’utilità dell’emocoltura in PS nella gestione e sopravvivenza del paziente settico.
Materiali e metodi: Studio retrospettivo su 86 pazienti cui sono stati prelevati 1 o 2 set (per aerobi e anaerobi) di emocolture. I flaconi utilizzati sono BACTEC standard o plus: il risultato è giunto in media dopo 5 gg nel reparto di destinazione. I pazienti sono stati trattati secondo linee guida SSC 2012 con l’obiettivo di normalizzare i lattati. La significatività dei dati è stata valutata utilizzando i test Chi quadrato e log rank test ,
Risultati: sono stati considerati 228 emocolture ottenute da 86 pazienti (32 settici, 28 settici gravi e 26 con shock settico) arrivati nel nostro DEA dall’01.01.2013 al 30.04.2014.
In 55 casi sono stati utilizzati flaconi con terreni inattivanti l’antibiotico. Le emocolture hanno identificato il germe responsabile il 36% delle volte (31/86 più 2 falsi positivi). I principali sono risultati essere: E.Coli (10 pazienti) e St. Aureus (5), Gli organi principalmente interessati sono stati polmone (31) e vie urinarie (17).
La positività dell’emocoltura si correla alla gravità dello stato settico: sepsi 31,2% (10/32); sepsi grave 25% (7/28); shock settico 53,4% (14/26) (p=0,06)
L’emocoltura ha modificato la terapia antibiotica empirica iniziata in PS in 17 casi su 22 (77%); migliorando in maniera non significativa la sopravvivenza (a 90 giorni) soprattutto dei pazienti con shock settico (p=n.s.).
Discussione La pratica dell’emocoltura in PS è vantaggiosa per l’alto tasso di positività (nel nostro caso 36% vs 15% in media della letteratura) soprattutto nei pazienti con shock settico. Modifica la terapia antibiotica empirica in un’alta percentuale di casi e influenza la sopravvivenza. Su 37 soggetti con shock settico in cui è stata effettuata ben 11 erano vivi al 90° giorno. Nei restanti, 16 soggetti non hanno superato il 5° giorno e l’emocoltura è stata ininfluente.
Pertanto è importante la diffusione di tecniche più rapide (MALDI-TOF ad es.), della biologia molecolare o di un incubatore sempre disponibile per anticipare “l’inizio della terapia antibiotica mirata” e migliorare la prognosi dei pazienti infetti.