SIALOADENITE DA MEZZO DI CONTRASTO: DUE CASI

Topic: LA RICERCA
Autore: DEL BIANCO LAURA
Affiliazione: DEA-MEDICINA DI URGENZA, OSPEDALE SANTA MARIA ANNUNZIATA, FIRENZE, ITALIA
Co-autori: Laura Del Bianco (1) - Francesco Mandò Tacconi (2) - Maria Parrilli (2) - Germana Ruggiano (1)

AUTORE PRESENTANTE: > 35 ANNI

OBIETTIVI
In letteratura sono riportati vari casi di sialoadenite secondaria all'infusione di mezzo di contrasto iodato (MDC), perlopiù per via intraarteriosa ed in pazienti con insufficienza renale. Nostro obiettivo e' presentare due casi di sialoadenite delle ghiandole sottomandibolari, come reazione avversa tardiva alla somministrazione di MDC iodato a bassa osmolarita', per via endovenosa, per l'esecuzione di tomografia computerizzata, in pazienti con normale funzionalità' renale.
METODI
Nell'ambito del progetto di farmacovigilanza (FV) nazionale Mereafaps al quale l’Azienda Sanitaria di Firenze ha aderito, monitorizzando i pronto soccorso dei cinque presidi ospedalieri aziendali per gli accessi dovuti a reazioni avverse a farmaci (ADRs), il Centro di FV ha provveduto all’inserimento delle schede all’interno della Rete Nazionale di Farmacovigilanza. In collaborazione con la software-house è stata predisposta una scheda ADR all’interno del Gestionale FistAid per l’immediata e più agevole individuazione della reazione da parte del personale sanitario d'urgenza.
Nel periodo in esame, dal 2012 al 2014, sono state isolate 12 ADRs dovute a MDC iodato a bassa osmolarita', di cui due, segnalate dal nostro P.S. dell'Osp.S.M.Annunziata, rappresentate da sialoadenite delle ghiandole sottomandibolari. In entrambi i casi il MDC usato era iomeprolo (IOMERON 400), rispettivamente 100 e 110 ml.
RISULTATI
Nei casi presentati la tumefazione indolente bilaterale delle ghiandole sottomandibolari e' comparsa tardivamente nelle 24 ore successive alla somministrazione del MDC, richiedendo il solo trattamento sintomatico.
L'esame TC rientrava nell'ambito di un follow up oncologico o come accertamento di lesione renale, in pazienti senza storia di insufficienza renale. In un caso il paziente era in terapia (antipertensivo e vitamina D).
CONCLUSIONI
La sialoadenite delle ghiandole salivari da MDC iodato e' un fenomeno abbastanza raro, ma sono sempre più' i casi descritti dopo somministrazione endovenosa, anche in pazienti con normale funzionalità renale. L'eziologia è ancora incerta ma i meccanismi fisiopatologici chiamati in causa sono una reazione idiosincrasica, o un accumulo tossico di iodio nei dotti delle ghiandole salivari. Il 98% dello iodio è eliminato dai reni e solo il 2% da altri organi come ghiandole salivari, sudoripare e lacrimali. La casistica è ancora esigua per poter correlare la reazione con patologie o terapie concomitanti.