STUDIO SULL’APPLICABILITÀ DI UN NUOVO BIOMARKER PRESEPSIN NELLA DIAGNOSI PRECOCE DI SEPSI. PROCALCITONINA E PRESEPSIN: RULE-IN/RULE-OUT A CONFRONTO NELLA DIAGNOSI PRECOCE DI SEPSI NEL SETTING DEL DIPA

Topic: BIOMARKERS
Autore: SAGGESE MARIA PAOLA
Affiliazione: SC MEDICINA E CHIRURGIA D’ACCETTAZIONE E D’URGENZA – SERVIZIO DI PRONTO SOCCORSO AZIENDALE SEDE DI CHIARI, BRESCIA, ITALIA
Co-autori: E. Ferrari*, A. Cardillo*, M.S. Fernandez*, A. Longo*, R. Zanchetti*, R. Colpani*, L. Ceriani*, F. Campedel*, A. Collidà*, L. Giacomelli*, F. Liut*, R. Massolari*, A. Roda*, A. Zambruni*, I. Zdravkovic*, D. Zotti*, P. Gnesin**, G. Terzi**, G. Amicucci**, P. Bergomi***, R.Sparaventi***, G. Catanoso***Zdravkovic*, D. Zotti*, P. Gnesin**, G. Terzi**, G. Amicucci**, P. Bergomi***, R.Sparaventi***, G. Catanoso***

Background
L’incidenza della sepsi severa è approssimativamente di 3 casi per 1000 abitanti/anno e la sepsi severa e lo shock settico hanno una mortalità rispettivamente del 25-30% e del 40-70% con percentuali superiori a quella dell’ictus (12- 19% /30 giorni) e dell’IMA (8%/30 giorni). Studi clinici hanno dimostrato che la tempestiva identificazione dei pazienti con sepsi con un precoce trattamento ha un impatto significativo sulla sopravvivenza per l’alta mortalità associata1. Sepsi e shock settico sono tra le patologie più comuni trattate in Pronto Soccorso (PS) e in UTIR. Livelli plasmatici aumentati di Proteina C reattiva (CRP) e di procalcitonina (PCT) possono essere correlati a sepsi. L’emocoltura rappresenta ancora oggi il gold standard nella rilevazione e identificazioni di batteri e negli ultimi anni è stata ampiamente utilizzata nella diagnosi differenziale di sepsi, tuttavia conserva ancora importanti limitazioni. Recenti studi hanno, invece, correlato i livelli plasmatici di Presepsina (sCD14-ST) di soggetti sani con quelli di pazienti affetti da SIRS e sepsi. Tale analisi ha suggerito che la Presepsina (PSP) potrebbe essere utilizzata come marcatore diagnostico e prognostico nella sepsi per elevata sensibilità e specificità2,3,4,5,6,7,8,9.
Obiettivi
Lo scopo di questo studio osservazionale è stato valutare il ruolo diagnostico della presepsina nella diagnosi precoce di sepsi nel PS e in UTIR unitamente al valore prognostico, confrontando i risultati ottenuti con PSP, PCT e anche altri biomarcatori tradizionali. Valutare, inoltre il potere discriminante SIRS versus sepsi.
Materiali e metodi
Sono stati arruolati nello studio pazienti > di 14 aa giunti al nostro PS con sospetta sepsi o trasferiti da altre UO dell’Ospedale in UTIR con controlli, al T0 (sospetto sepsi al Triage), T1 (24 H), T2 (72 H). Sono stati selezionati 38 pazienti su 44 raccolti e abbiamo confrontato i valori di PSP, PCT ed acido lattico valutando l'andamento di tali biomarkers nei pazienti affetti da sepsi e confrontando i dati con quelli ottenuti in coloro, che non avevano presentato in seguito una quadro settico.
Risultati
I tre biomarkers si sono positivizzati tutti in modo statisticamente significativo nelle varie fasce di cut-off (dubbio, positivo) nelle infezioni (SIRS, sepsi) di origine batterica, con una precocità di positivizzazione della PSP versus la PCT. I controlli a 24 e 72 H (17 casi completi) quando presenti hanno mostrato una sensibilità, specificità e precocità della PSP da un punto di vista sia diagnostico che prognostico nei quadri settici a fonte batterica che non batterica, mentre la PCT ha mostrato una specificità e precocità di indice nella risposta alla trattamento antibiotico a conferma dei dati di letteratura. In caso di sepsi la PSP si positivizza precocemente e potrebbe seguire l’andamento della clearance del lattato. I livelli medi di PSP hanno una differenza statisticamente significativa, tra il gruppo di pazienti sepsi confermata ed il gruppo non sepsi a prescindere dalla fonte batterica. La PSP sembra dimostrarsi, inoltre, affidabile anche nel confermare un quadro di SIRS (cut-off>600<1000) rispetto ad un quadro di sepsi (cut-off>1000) e il suo valore appare direttamente proporzionale alla gravità del processo infettivo. L'andamento dei valori di PSP quindi può avere, anche, un ruolo predittivo nei confronti della prognosi sia in senso infausto che migliorativo.
Conclusioni
Per la diagnosi precoce e il trattamento della sepsi, la PSP sembra essere un biomarker sensibile, specifico, precoce e prognostico e migliore rispetto ad altri tipi di marcatori e quindi un valido rul-in/rul-out. Quindi l'accuratezza diagnostica per sepsi della PSP sembra più alta rispetto a quella degli altri biomarcatori valutati, anche se la PCT conferma un ruolo strategico nella sensibilità, specificità e precocità in caso di infezioni batterica a prescindere dalla presenza di un quadro settico sistemico o no. Al contrario la PSP non si positivizza di fronte a significative infezioni batteriche in assenza di SIRS/spesi. Per tali ragioni i due biomarker non sembrano essere l’uno sostitutivo dell’altro ma possono,se oculatamente utilizzati sulla base dei dati clinici, essere utilizzati a secondo delle situazioni congiuntamente e disgiuntamente. Il limite dello studio è rappresentato dalla esiguità del campione e i dati consigliano fortemente la realizzazione di uno studio ampio, multicentrico da effettuarsi nel setting del Pronto soccorso.
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