LA GESTIONE IN URGENZA DEL BOTULISMO ALIMENTARE: CASISTICA CLINICA

Topic: TOSSICOLOGIA
Autore: VECCHIO SARAH
Affiliazione: CENTRO ANTIVELENI DI PAVIA – CENTRO NAZIONALE DI INFORMAZIONE TOSSICOLOGICA, IRCCS FONDAZIONE SALVATORE MAUGERI, PAVIA, ITALIA
Co-autori: Luigi Flore (1) - Davide Lonati (1) - Sarah Vecchio (1) - Fabrizio Anniballi (2) - Bruna Auricchio (2) - Alfonsina Fiore (2) - Valeria Margherita Petrolini (1) - Monia Aloise (1) - Francesca Chiara (1) - Andrea Giampreti (1) - Dario De Medici (2) - Carlo Alessandro Locatelli (1

AUTORE PRESENTANTE: > 35 ANNI

Obiettivi: Lo studio si propone di valutare il quadro clinico di presentazione in PS dei pazienti con intossicazione da botulismo alimentare e di fornire al medico d’urgenza elementi utili alla diagnosi e al trattamento precoci.
Metodi: E’ stata effettuata un’analisi retrospettiva (2007-2013) dei casi di botulismo alimentare gestiti dal Centro Antiveleni di Pavia. Sono stati valutati: alimenti coinvolti, sintomi di presentazione, latenza tra insorgenza dei sintomi-presentazione in PS-trattamento, decorso clinico, analisi di laboratorio.
Risultati: Sono stati individuati 98 casi. 11 pazienti (11,3%) non sono stati in grado di riferire l’ingestione di un alimento specifico. Nei restanti è riportato il consumo di alimenti di origine vegetale (77%), pesce sott’olio (16,1%), conserve a base di carne (6,9%). In 81 casi (93,2%) l’alimento è stato prodotto al domicilio, in 4 (4,5%) di derivazione industriale e in 2 (2,3%) consumato al ristorante. All’accesso in PS il sintomo più comune è risultato la disfagia (55,1%) seguita dai sintomi oculari. In particolare 3 avevano solo disfagia e 3 solo disturbi oculari. Il 26,5% ha necessitato ventilazione meccanica. Si è verificato 1 decesso e 1 paziente ha presentato sequele neurologiche gravi. L’antitossina è stata somministrata in 59 pazienti (60,2%), in media 63 ore dopo l’insorgenza dei sintomi. Il 26% dei pazienti trattati entro le 24 ore dall’insorgenza dei sintomi sono stati intubati rispetto al 53,8% di quelli trattati più tardivamente. Si sono verificate 5 reazioni avverse. La diagnosi è stata confermata dalle indagini di laboratorio in 65/98 casi (66,4%). Il sierotipo B è risultato il più frequente (83,6%). Il sierotipo A è stato identificato in 6 casi (12,2%): questi hanno richiesto ventilazione in una percentuale maggiore (83%) rispetto a quelli positivi al sierotipo B (19,5%) (p=0.004).
Conclusioni: Il sospetto diagnostico di botulismo è spesso affidato al medico di PS. Il quadro clinico di presentazione può essere sfumato, il percorso diagnostico risultare complesso e i pazienti devono essere monitorati per il rischio di insufficienza respiratoria. I cibi più a rischio sono le conserve casalinghe; tuttavia non sono da escludere alimenti industriali; in questo caso è fondamentale il ruolo del medico di PS per l’allerta delle autorità competenti.