VIOLENZA E DROGHE DA STUPRO: DATI PRELIMINARI DEL PROGETTO VARD (VIOLENCE AND DATE RAPE DRUGS

Topic: TOSSICOLOGIA
Autore: VECCHIO SARAH
Affiliazione: CENTRO ANTIVELENI DI PAVIA – CENTRO NAZIONALE DI INFORMAZIONE TOSSICOLOGICA, IRCCS FONDAZIONE SALVATORE MAUGERI, PAVIA, ITALIA
Co-autori: Sarah Vecchio (1) - Andrea Giampreti (1) - Valeria Margherita Petrolini (1) - Davide Lonati (1) - Eleonora Buscaglia (1) - Sabina Strano Rossi (2) - Claudia Rimondo (3) - Catia Seri (3) - Giovanni Serpelloni (3) - Carlo Alessandro Locatelli (1)

AUTORE PRESENTANTE: > 35 ANNI

OBIETTIVO: Valutare la prevalenza di utilizzo di sostanze incapacitanti/droghe da stupro per perpetrare violenze sessuali in Italia e identificare i quadri clinici e le sostanze coinvolte.
METODI: Studio prospettico (2011-2014) commissionato dal Dipartimento Politiche Antidroga - Presidenza del Consiglio dei Ministri che riguarda i pazienti che accedono in pronto soccorso (PS) o presso un servizio Soccorso Violenza Sessuale (SVS) per riferita violenza sessuale e che presentano 1) parziale/completa amnesia per l’evento e/o 2) sospetta somministrazione di sostanza incapacitante e/o 3) assunzione volontaria di sostanza d’abuso e/o 4) segni/sintomi di intossicazione. Il Centro Antiveleni di Pavia (CAV), referente clinico del progetto, contattato dal medico del PS o dell’SVS valuta le circostanze della violenza e il quadro clinico del paziente e raccoglie i campioni biologici che vengono inviati e analizzati presso l’Istituto di Medicina Legale dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma. Lo studio è stato approvato dal comitato etico di ogni centro partecipante (PS e SVS del network di servizi che collaborano con il CAV). Ogni paziente viene reclutato dopo la firma del consenso informato.
RISULTATI: Sono stati inclusi 59 pazienti tra il novembre 2011 e il dicembre 2013 (età media 26 anni; 99% femmine). Il 69% dei pazienti riferiva la sospetta somministrazione di sostanza incapacitante e l’11% l’assunzione volontaria di sostanza d’abuso. L’aggressore era una persona nota nel 42% dei casi. Il 25% dei soggetti presentava segni di intossicazione al momento della valutazione medica (sedazione, vomito, nausea, cefalea, midriasi, tachicardia). Solo il 27% dei pazienti presentava lesioni genitali rilevabili alla visita. I campioni sono stati raccolti dopo una media di 25 ore dalla violenza. Le analisi sono risultate positive solo per etanolo (su sangue o come etilglucuronide in urina) nel 43% dei casi. L’alcol è risultato associato ad altre sostanze nel 17% dei casi (benzodiazepine, cocaina, THC, oppiacei, antidepressivi). Le analisi sono risultate positive solo per farmaci o sostanze d’abuso nel 6% dei casi (THC, benzodiazepine, MDMA, antidepressivi).
CONCLUSIONI: Sostanze incapacitanti vengono frequentemente rilevate nei pazienti vittime di violenza sessuale. L’assenza di lesioni o di segni/sintomi di intossicazione al momento della valutazione medica non permette di escludere questo tipo di evento.