CASE REPORT UNA DIAGNOSI RITARDATA...PER FORTUNA NON TARDIVA
Topic: BIOMARKERS
Autore: BODINI ILARIA
Affiliazione: ASLCN1, SS ANNUNZIATA, SAVIGLIANO, ITALIA
Co-autori: Ilaria Bodini (1) - Massimiliano Pinelli (1) - Giorgio Maria Nova (1)
AUTORE PRESENTANTE: > 35 ANNI
OBIETTIVI porre l’attenzione su una patologia con evoluzione spesso catastrofica come la dissecazione aortica, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, partendo dalla descrizione di un caso clinico reale che sottolinea le criticità e le difficoltà che si possono riscontrare nel suo corretto e tempestivo inquadramento.
METODI Presentiamo il caso di un uomo di 63 anni recatosi al PS di un altro ospedale per vago malessere caratterizzato da cefalea, cervicalgia, astenia, nausea e fastidio retrosternale alto intermittente. Dopo l’esecuzione di ECG ed esami ematici, il paziente viene dimesso con diagnosi di cefalea aspecifica e verosimile sindrome influenzale. Due giorni dopo per la comparsa di dorsalgia e lombalgia sinistra si reca presso un altro PS dove viene diagnosticata una colica renale e viene dimesso con terapia antalgica. Il giorno seguente per la comparsa di numerose scariche diarroiche giunge presso il nostro PS dove, in base all’evoluzione del quadro clinico e alla presenza agli esami ematici di valori significativamente aumentati di leucociti neutrofili, CPK e D-dimero viene eseguita una TAC toraco-addominale con mezzo di contrasto che evidenzia un “flap” nel lume aortico compatibile con dissecazione di tipo A, dalla radice aortica con coinvolgimento dei tronchi sovraortici sino alle bisiliache. Il paziente viene trasferito d’urgenza in Cardiochirurgia dove è sottoposto con successo alla sostituzione dell’aorta ascendente e dell’arco aortico con impianto di tubo valvolato protesico, dopo quattro giorni dall’insorgenza dei primi sintomi.
CONCLUSIONI Questo caso evidenzia come il raggiungimento di una diagnosi corretta e definitiva sia, talvolta, il risultato di un percorso graduale e laborioso, lastricato di insidie (aspecificità del quadro clinico, assenza di segni patognomonici, bias cognitivi, presenza di fattori confondenti). Questo vale in particolare in un ambiente “turbolento” come il PS, che, per le modalità operative uniche, i processi interattivi multipli e l’elevato volume di attività è caratterizzato dalla necessità di assumere decisioni in breve tempo ed in condizioni spesso di incertezza. In casi come quello descritto è fondamentale, quindi, mantenere un alto indice di sospetto e ricordare sempre che una strana combinazione di sintomi, solo apparentemente slegati tra loro, può essere l’espressione di una patologia aortica sottostante, potenzialmente fatale.