UN CASO DI “PISA SYNDROME”: L’IMPORTANZA DELLA VALUTAZIONE PRECOCE DELLA TERAPIA FARMACOLOGICA DOMICILIARE
Topic: TOSSICOLOGIA
Autore: LEONE SILVIA
Affiliazione: SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN TOSSICOLOGIA CLINICA, UNIVERSITÀ DI GENOVA, GENOVA, ITALIA
Co-autori: Silvia Leone (1) - Giulia Cremonesi (2) - Valerio Bermano (3) - Federico Catalani (4) - Daniela Pierluigi (5) - Paolo Cremonesi (6)
AUTORE PRESENTANTE: 28 anni
OBIETTIVO: Dimostrare l’importanza della valutazione precoce della terapia domiciliare del paziente che giunge in Pronto Soccorso per escludere che la sintomatologia sia dovuta ad effetti avversi dei farmaci assunti o ad interazioni farmacocinetiche/farmacodinamiche in pazienti in politerapia.
DESCRIZIONE DEL CASO CLINICO: Giunge alla nostra attenzione una donna di 76 anni con diagnosi di sindrome ansioso-depressiva, senza ulteriori comorbidità, per comparsa, dal risveglio (poche ore prima dell’accesso), di instabilità posturale e deviazione facio-brachiale destra con contrazione involontaria non dolorosa della muscolatura di tali distretti. Viene raccolta l’anamnesi, si chiede alla paziente la terapia domiciliare e si esegue visita clinica: l’esame obiettivo neurologico risulta negativo, ma si riscontra flessione e rotazione del tronco verso destra e mantenimento della postura inclinata lateralmente a destra. La paziente riferisce recente modifica della terapia (3 giorni prima), dopo visita Specialistica; nello specifico: aggiunta di un neurolettico tipico benzamidico (tiapride) oltre al neurolettico tipico butirrofenonico che già assumeva (aloperidolo) e rimozione di anticolinergico (orfenadrina). Veniva anche sostituito l’alprazolam con altre due benzodiazepine (clotiazepam e lorazepam). La paziente assumeva inoltre un’associazione di levodopa e benserazide (inibitore delle DOPA-decarbossilasi).
Dopo una rapida analisi e valutazione della terapia domiciliare, e tenendo in considerazione la recente modifica della terapia stessa, si pone al Consulente Neurologo il quesito: “probabile distonia acuta in paziente in terapia con neurolettici tipici”. Il Consulente conferma l’ipotesi diagnostica formulando diagnosi di “Pisa Syndrome” (Pleurototono). La “Pisa Syndrome” è una sindrome piuttosto rara da annoverare tra i disturbi extrapiramidali correlati alla terapia con antagonisti dopaminergici D2. Sembrerebbe coinvolgere soprattutto donne in età avanzata, dopo prolungati periodi di terapia con neurolettici prevalentemente, ma non esclusivamente, tipici, o dopo recenti aggiunte in terapia di ulteriori farmaci inibitori delle vie dopaminergiche. La sindrome è ricondotta ad un imbalance dopaminergico-acetilcolinergico che, in questo specifico caso, potrebbe essere stato slatentizzato, oltre che dall’aggiunta di tiapride, anche dalla rimozione dell’antagonismo colinergico.
CONCLUSIONI: La valutazione precoce della terapia farmacologica e la conoscenza delle possibili interazioni tra farmaci permette di effettuare diagnosi precoce già in Pronto Soccorso evitando inutili ulteriori accertamenti talvolta dannosi per i pazienti e sicuramente costosi per il Sistema Sanitario Nazionale.