I PRONTO SOCCORSI SONO LUOGHI PERICOLOSI..........ANCHE PER CHI VI LAVORA
Topic: ORGANIZZAZIONE ETICA E MEDICINA LEGALE
Autore: ZOLEO MIRANDA
Affiliazione: DIPARTIMENTO EMERGENZA URGENZA, AZIENDA OSPEDALIERA, PADOVA, ITALIA
Co-autori: Miranda Zoleo (1) - Foscarina Della Rocca (1) - Mirka Zucchetto (2) - Giovanna Maddalena (2) - Gianna Vettore (1)
Miranda Zoleo > 35 anni
OBIETTIVI
La violenza a danno degli operatori definita dal National Institute of Occupational Safety and Health: “ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso, abuso verbale nel posto di lavoro” è frequente nei Dipartimenti di Emergenza di tutto il mondo; ciononostante in Italia il fenomeno è scarsamente indagato. Questo studio esamina l’esperienza e la percezione degli episodi di violenza nel Pronto Soccorso (PS) dell’Azienda Ospedaliera di Padova (AOP).
METODI Abbiamo sottoposto a tutto il personale un questionario di 30 domande riguardanti l’esperienza di aggressioni verbali/fisiche che è stato compilato dall'82% degli operatori.
RISULTATI Campione: 73 soggetti, 66.2% femmine e 33.8% maschi, 54.8% infermieri, 32.8% medici, 12.3% operatori sociosanitari (oss). 93% ha subito aggressione verbale: 89.7% da pazienti, 72% da parenti, il 13% da colleghi; i pazienti erano intossicati 75.4%, malati psichiatrici/dementi 52.4%, nessuno dei precedenti 68.8%. L’aggressione verbale suscitava rabbia (71.6%), paura (25.3%), rassegnazione (31.3%), e il più delle volte non veniva segnalata (70.15%).
Il 53.4% ha subito aggressione fisica: 82% da pazienti, 12.8% da pazienti e da parenti; i pazienti erano intossicati 64%, malati psichiatrici/dementi 56.4 %, nessuno dei due 20.5%.
L’aggressione suscitava rabbia (56%), paura (28%), rassegnazione (28%); spesso non veniva segnalata (41%) o solo in cartella clinica (43,5%). 91% considera reale il pericolo di un’aggressione: in una scala da 1 a 4 (4 =minima, 1=massima) il valore medio è 2.26 ± 0.8. Il 55% non si sente protetto dai sistemi di sicurezza dell’AOP, solo il 57,7% si sente protetto dalle Forze dell’Ordine. Il 45% ritiene che esistano aspetti strutturali modificabili e il 54.9% fattori di rischio correggibili per migliorare la sicurezza. Solo il 22.8% degli intervistati conosce tecniche di gestione di eventi violenti/de-escalation dei conflitti; l’85.7% degli intervistati riterrebbe utile un incontro formativo con esperti.
CONCLUSIONIQuesti risultati sono coerenti con la letteratura internazionale: gli episodi di violenza, ancorché scarsamente segnalati, sono frequenti, causano sensazione di insicurezza, demoralizzano lo staff. Tutto ciò aumenta potenzialmente i rischi di errore e i costi per il sistema, di conseguenza va incoraggiata una politica di “tolleranza zero” in ottemperanza alla Raccomandazione n. 8, novembre 2007 del Ministero della Salute.