L’IMPATTO DEI CASI DI DECESSO / GIUNTO CADAVERE SUL DIPARTIMENTO DI EMERGENZA

Topic: ORGANIZZAZIONE ETICA E MEDICINA LEGALE
Autore: CAVAZZA MARIO
Affiliazione: U.O. MEDICINA D'URGENZA E PRONTO SOCCORSO, POLICLINICO SANT'ORSOLA – MALPIGHI. AZIENDA OSPEDALIERO UNIVERSITARIA DI BOLOGNA, BOLOGNA, ITALIA
Co-autori: Mario Cavazza (1) - Chiara Lanzarini (1) - Annamaria Longanesi (1) - Donatella Rotondo (2) - Rossella Rapagnani (2) - Carmela Cammisa (2) - Rodolfo Ferrari (1)

AUTORE PRESENTANTE: > 35 ANNI

OBIETTIVI

Nell’ambito del progetto di formazione interno “Soft Emergency – non solo curare ma prendersi cura”, una delle fasi ha riguardato la “Gestione del lutto e delle notizie traumatiche”.

Per creare uno specifico percorso formativo sulla “comunicazione del lutto e delle notizie traumatiche in urgenza” abbiamo ritenuto indispensabile valutare quantitativamente e qualitativamente l’impatto dei casi di decesso sul nostro Dipartimento di Emergenza (DE).


METODI

Abbiamo retrospettivamente ricercato tutti i casi di decesso / giunto cadavere occorsi nell’anno 2012 nel Pronto Soccorso (PS) e nella Medicina d’Urgenza (MU) del nostro Policlinico.

Abbiamo quindi analizzato le specifiche caratteristiche di ogni singolo caso.


RISULTATI

Su 66312 afferiti al PS sono stati registrati 129 casi di decesso ed 11 di giunto cadavere.

In MU: tra i 9354 Letti Tecnici di astanteria, i 937 pazienti ricoverati nell’Area di Degenza convenzionale, ed i 1257 casi dell’Area Critica semintensiva, ne sono deceduti, rispettivamente, 31 (di cui 23 nelle prime 12 ore di osservazione), 30 (8 nelle prime 12 ore) e 65 (34 nelle 12 ore).

Le situazioni sono state massimamente variegate: dal giunto cadavere alla morte improvvisa, dai casi con tentativi intensivi e prolungati di rianimazione cardiopolmonare a quelli di attenta palliazione, dagli eventi con diagnosi inizialmente incompresa a quelli chiaramente attesi, da quelli in cui è stato possibile condividere le scelte con la famiglia a quelli in cui è stato necessario ricercare i famigliari ignari degli eventi.


CONCLUSIONI

Nell’anno 2012 si sono verificati in totale 266 casi di decesso tra PS e MU.

Ogni caso ha presentato impegno medico ed emotivo, assistenziale e gestionale, assolutamente unico e non “standardizzabile”, soprattutto in riferimento ai tempi e le modalità di rianimazione e di comunicazione con i famigliari.

La morte, e la sua comunicazione in urgenza, occupano un posto di primaria importanza per frequenza ed entità sull’attività quotidiana del Medico d’Urgenza. Il carico di questi due momenti, entrambi così drammatici, grava sul personale del DE che spesso se ne fa carico nelle condizioni più sfavorevoli, subito dopo gli sforzi rianimatori falliti, e senza possedere al riguardo specificamente né una formazione, né un adeguato supporto in termini logistici prima, e di debriefing poi.