INSUFFICIENZA RESPIRATORIA E SEPSI. MODELLO DI ASSISTENZA INTEGRATO

Topic: NURSING
Autore: GIORGI ANTONIA ANNA
Affiliazione: LIBERO PROFESSIONISTA, ASL 5, LA SPEZIA, ITALIA
Co-autori: Antonia Anna Giorgi (1) - Luca Pratticò (2) - Euro Belloni (2) - Carlo Del Prato (2)

Obiettivi.
Creazione di un protocollo tenendo conto delle linee guida della SSC che potesse utilizzare le risorse del personale do PS per valutare e discriminare già al triage la gravità dei pazienti affetti da sepsi grave e shock settico iniziando così il prima possibile e in modo tracciabile e codificato la EGDT
Metodi.
La prima parte del lavoro è stata fatta attraverso un’analisi retrospettiva degli accessi in PS in 8 mesi, considerando quelli che presentavano una associazione tra iperpiressia associata a dispnea e pazienti con febbre e pazienti con sola insufficienza respiratoria acuta.
dai dati raccolti si evince un impegna consistente di risorse per questi pazienti che costituiscono circa il 6% degli accessi annui, di questi infatti il 78% è affetta da sepsi grave, il 22% da shock settico e di questi l’85% muore durante la degenza.
Successivamente, considerando che il tempo di permanenza in PS è in media di 4 ore e 45 minuti ma può arrivare fino a 10 ore, ne consegue che per la nostra realtà, si rendevano necessari un adattamento della EGDT in forma non invasiva e altri due strumenti utili, il primo ad identificare già dal triage pazienti ad alto rischio, il secondo per il management del paziente affetto da sepsi severashock settico in modo tale che medico e infermiere possano in modo condiviso valutare e rendere tracciabili gli interventi da effettuare e quelli effettuati.
Risultati e Conclusioni.
L’utilizzo del Severe Sepsis Screening Tool e la Scheda Integrata di Management unite all’applicazione immediata della EGDT in ogni sua parte in PS, permette l’intervento congiunto delle figure professionali e rende l’infermiere parte informata, attiva e determinante nella gestione dei pazienti con sepsi graveshock settico dal triage al momento del ricovero con conseguente miglioramento della aspettativa di vita del paziente che non solo ottiene trattamenti precoci, ma anche in termini di chiarezza e tracciabilità degli interventi effettuati, migliora l’outcome una volta ricoverato