RUOLO DEL MONITORAGGIO EMODINAMICO NON INVASIVO NELLA VALUTAZIONE PRECOCE DEI PAZIENTI IN SEPSI E SHOCK SETTICO NEI DIPARTIMENTI DI EMERGENZA
Topic: MONITORAGGIO
Autore: GRAVINA ANGELA
Affiliazione: MEDICINA E CHIRURGIA D'ACCETTAZIONE ED URGENZA, OSPEDALE MARIA VITTORIA, TORINO, ITALIA
Co-autori: Angela Gravina (1) - Alessia Tiroli (2) - Veronica Carosi (3) - Antonella Brandi (2) - Germano Giovagnoli (2) - Vito Nicola Di Lecce (2) - Sabina Guarino (2) - Beniamino Susi (2) - Jacopo Maria Legramante (2)
AUTORE PRESENTANTE: < 35 anni
OBIETTIVI: valutare il valore prognostico dei parametri cardiovascolari rilevati in maniera non invasiva in fase precoce nei pazienti affetti da sepsi e shock settico.
METODI: 80 pazienti affetti da sepsi, sepsi grave e shock settico ammessi nei dipartimenti di emergenza del PTV sono stati sottoposti ad un monitoraggio emodinamico continuo non invasivo tramite monitor nexfin per la durata di circa 30 minuti. Questo monitor partendo dalla misurazione della pressione arteriosa digitale e utilizzando il sistema del contorno del polso ricava i parametri emodinamici quali pressione arteriosa sistolica, pressione arteriosa diastolica, pressione arteriosa media, frequenza cardiaca, gittata sistolica, portata cardiaca, indice cardiaco, resistenze vascolari sistemiche, indice di contrattilità del ventricolo sinistro (dP/dT). Per ogni paziente arruolato nello studio sono stati inoltre presi in considerazione alcuni parametri biochimici, quali procalcitonina ed i valori dell’emogasanalisi, il BMI e la presenza di comorbidità. Il tempo di osservazione è stato di 60 giorni.
RISULTATI: la mortalità del campione è risultata elevata (60%). Il sesso, l’età media e la presenza di comorbidità non hanno mostrato differenze statisticamente significative tra i pazienti sopravvissuti e i deceduti. Dall’analisi statistica dei parametri emodinamici è risultata una differenza significativa di valori tra sopravvissuti e deceduti in merito a gittata sistolica (76 vs 58, p = 0.001), portata cardiaca (7 vs 5.5, p = 0.005), indice cardiaco (3.8 vs 3, p = 0.004), indice di contrattilità del ventricolo sinistro (869 vs 611, p = 0.002). I pazienti sopravvissuti mostravano inoltre un BMI significativamente più elevato rispetto ai non sopravvissuti (27.7 vs 25, p = 0.014). Nella considerazione complessiva dei vari parametri analizzati correlati al rischio di mortalità, utilizzando la “stima di Mantel-Haenszel del rapporto odds comune”, troviamo che il rischio di morte di un paziente con BMI e dP/dT inferiori ai valori mediani (rispettivamente 25.4 per il BMI e 626 per il dP/dT) è di 5 volte superiore a quello di un paziente con valori superiori (il rischio è aumentato da 1,7 a 14,3 volte).
CONCLUSIONI: il monitoraggio emodinamico precoce ha dimostrato un potere prognostico rilevante nella valutazione dei pazienti affetti da sepsi e shock settico.