CARDIOVERSIONE FARMACOLOGICA VS ELETTRICA NELLA GESTIONE DELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE IN URGENZA: QUALE OPZIONE STRATEGICA?

Topic: ARITMOLOGIA E SCOMPENSO
Autore: BONORA ANTONIO
Affiliazione: DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E TERAPIE INTENSIVE, AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA DI VERONA, VERONA, ITALIA
Co-autori: Antonio Bonora (1) - Elena Franchi (2) - Gianni Turcato (3) - Benedetta Pajusco (1) - Gabriele Taioli (3) - Giuseppe Cacici (2) - Antonio Maccagnani (1) - Claudio Pistorelli (1)

Autore presentante: A. Bonora (> 35 anni)
Obiettivi: La cardioversione elettrica (CVEL) viene attualmente considerata un’opzione di prima linea al pari della cardioversione farmacologica (CVF) nella gestione in urgenza della fibrillazione (FA). Mediante la revisione della nostra recente casistica ci proponiamo di verificare se un più ampio utilizzo della CVEL abbia modificato il nostro approccio strategico nel trattamento della FA.
Metodi: Abbiamo considerato tutti i pazienti osservati nel Dipartimento di Emergenza del Policlinico di Verona per FA di recente insorgenza e sottoposti a CVF o CVEL dal Gennaio 2011 al Dicembre 2012. L’elaborazione statistica è stata eseguita mediante Kruskal-Wallis test ed ANOVA test con livello di significatività statistica posto a 0.05.
Risultati: Nel periodo considerato abbiamo sottoposto a tentativo di cardioversione 477 pazienti (260 maschi, 217 femmine; età media 69.3 anni, range 34-98). In precedenza 145 pazienti (30.5%) erano stati sottoposti a CVF e 108 (22.6%) a CVEL. La scelta del trattamento non risulta influenzata né dall’età né dai precedenti tentativi. In prima istanza abbiamo sottoposto a CVF 400 paz (83.9%) e CVEL 77 (16.1%). In 102 pazienti (21.4%) è stata eseguita una CVEL “rescue” per il fallimento del tentativo farmacologico o per la comparsa di effetti collaterali.
La percentuale totale di ripristino del ritmo sinusale è stata dell’83%. La CVF è stata efficace nel 57.2% dei casi con un range assai variabile, dall’83.6% della flecainide al 37.5% dell’amiodarone (p < 0.01). La CVEL è stata risolutiva nel 93.3% dei casi, con una differenza significativa fra le due strategie (p < 0.05). Inoltre l’outcome cardioversione risulta correlato in modo significativo al tipo di pregresso tentativo (p < 0.05) e soprattutto all’età (p < 0.002).
L’incidenza di eventi avversi è stata assai bassa (3.7%) el’87.7% dei pazienti è stato dimesso dopo la procedura.
Conclusioni: Nonostante superiore efficacia e pari sicurezza della CVEL, a nostro avviso la CVF, soprattutto con flecainide, gioca ancora un ruolo preminente per la maggiore manegevolezza in termini di tempo e risorse impiegate. Peraltro una più accurata selezione di pazienti da sottoporre a CVEL (pregresso fallimento o fattori predittivi negativi di CVF) appare auspicabile per migliorare ulteriormente l’efficienza nella gestione della FA in urgenza.
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