RUOLO DELLA NORMALIZZAZIONE DEI LATTATI NELLE PRIME 24 ORE NELLA SOPRAVVIVENZA DEI PAZIENTI AFFETTI DA SEPSI GRAVE/SHOCK SETTICO. RISULTATI PRELIMINARI
Topic: MONITORAGGIO
Autore: POZZESSERE PIERO
Affiliazione: MEDICINA E CHIRURGIA D'ACCETTAZIONE E D'URGENZA, AZIENDA OSPEDALIERA POLICLINICO CONSORZIALE, BARI, ITALIA
Co-autori: Piero Pozzessere (1) - Rossella Melodia (1) - Loredana Catalano (1) - Natalia Pinto (1) - Sandra Dematteis (1) - Chiara Morano (1) - Laura Poli (1) - Annarita Castore (1) - Francesco Stea (1)
Presentatore età > 35 anni
Le linee guida SSC 2012 consigliano di ottenere la normalizzazione dei lattati nella gestione precoce del paziente settico grave. In realtà sono pochissimi gli studi che hanno valutato il ruolo di tale parametro.
Obiettivo dello studio: valutare il ruolo della normalizzazione dei lattati nelle 24h sulla sopravvivenza di pazienti settici.
Metodi: Studio retrospettivo. Criteri d’inclusione. 1) sepsi grave: pazienti adulti, sospetta infezione, due o più indici d’infiammazione sistemica, segni d’ipoperfusione periferica, lattati maggiore di 2 mM/L. 2) Shock settico: PAS <90 mmHg non responsiva a bolo di fluidi e che necessita terapia con vasopressori. I soggetti sono stati suddivisi in: pazienti con normalizzazione dei lattati nelle 24 ore (<2mM/L) e pazienti con mancata normalizzazione. Negli stessi è stata valutata anche la clearance (lattati iniziali-lattati a 6h/lattati iniziali x 100) nelle prime 6h. Attraverso la regressione di Cox e le tabelle di contingenza è stato valutato l’impatto sulla mortalità e con il log-rank test è stata confrontata la sopravvivenza tra le varie classi di soggetti.
Risultati. Su una casistica di 238 pazienti sono stati considerati 100 soggetti nei quali erano stati eseguiti controlli seriati dei lattati nelle prime 24 ore. Di questi il 52% (52) ha normalizzato i valori. Il 31% sono sopravvissuti a 90gg (sepsi grave 12/39; shock settico 19/59). La normalizzazione dei lattati a 24h influenza la sopravvivenza in maniera significativa rispetto al mancato fenomeno (p=0,001) sia nei pazienti settici gravi che tra quelli con shock settico. Anche nei confronti dei pazienti con clearance >20% la normalizzazione dei lattati influenza maggiormente la sopravvivenza (p=n.s.) ed è il più forte fattore predittivo della stessa (OR 3,41 95%CI 1,34 -8,66 [p=0,01] contro OR 1,42 95%CI 0,56 -3,56 [p=ns] della clearance >20%).
Conclusioni: Nei pazienti settici in PS, la normalizzazione dei lattati a 24 ore è il fattore che sembra influenzare maggiormente la prognosi a 90 giorni. Sono però necessari ulteriori studi che confermino tale dato.