IMPLEMENTAZIONE DELLE LINEE-GUIDA DELLA SURVIVING SEPSIS CAMPAIGN IN PAZIENTI CON SEPSI GRAVE-SHOCK SETTICO
Topic: LA RICERCA
Autore: SOARDO FLAVIA
Affiliazione: OSPEDALE CITTÀ DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO, OSPEDALE, TORINO, ITALIA
Co-autori: Franca Merico (1) - Maria Tizzani (1) - Flavia Soardo (1) - Annagrazia De Micheli (1) - Camillo Antro (1)
AUTORE PRESENTANTE: <35 ANNI
OBIETTIVI Valutare l’aderenza alle raccomandazioni delle linee-guida 2012 della Surviving Sepsis Campaign (SSC) nel trattamento di pazienti con sepsi grave/shock settico, provenienti dal Pronto Soccorso (PS) o da reparti ospedalieri. Stimare l’impatto sulla mortalità dell’implementazione del protocollo basato sui “bundles” delle 3-6 ore e confrontare i risultati con quelli ottenuti in un gruppo di pazienti storici trattati secondo le linee-guida precedenti.
METODI Studio osservazionale prospettico di 50 pazienti con sepsi grave/shock settico ricoverati in Medicina d’Urgenza in 15 mesi. I dati furono raccolti sul nuovo “Chart Review Database” della SSC. Fu creato un protocollo basato su obiettivi da raggiungere entro 3-6 ore (bundle 3-ore: misurare il lattato, emocolture prima degli antibiotici, antibiotici ad ampio spettro; cristalloidi 30 ml/Kg per ipotensione o lattato ?4 mmol/l; bundle 6-ore: vasopressori per ipotensione refrattaria ai cristalloidi per mantenere la pressione arteriosa media ?65 mmHg; misurare la pressione venosa centrale (PVC) e raggiungere ?8 mmHg, misurare la saturazione di O2 venosa centrale (ScvO2) e raggiungere ?70%, rimisurare il lattato se inizialmente elevato e normalizzarlo). Era a discrezione del medico sostituire la PVC come indicatore di volemia con la valutazione ecografica del diametro della vena cava inferiore (VCI); tuttavia nel database gli indicatori considerati rimanevano la misurazione e il raggiungimento della PVC.
RISULTATI Considerammo 50 pazienti (età 68,1?12 anni, 58% maschi, APACHEII score medio 26,1?7,4, 84% dal PS), 21 con sepsi grave (APACHE II 26,3?8,3) e 30 con shock settico (APACHEII 25,9?6,9). Un paziente ebbe due episodi distinti di shock settico. La mortalità ospedaliera fu 32%: 19% nel gruppo sepsi grave, 41,4% in quello shock settico. L’aderenza complessiva ai due “bundles” fu 54%: lattato 88,1%, emocolture 67,5%, antibiotici 76,4%, cristalloidi 59%, vasopressori 100%, PVC misurata 11,9%, raggiunta 4,8%, ScvO2 misurata 23,8%, raggiunta 3,6%, lattato rimisurato 68,5%.
In confronto con il gruppo storico (145 pazienti, età 71,5?12, 62% maschi, APACHE II 23,4?7,5, 71,7% dal PS), rileviamo una maggiore aderenza ai “bundles” (54% versus 24%) e una riduzione della mortalità globale (32% versus 35,2%), sulla quale incide tuttavia la maggior riduzione nel gruppo con sepsi grave (19%).
CONCLUSIONI Nonostante una scarsa aderenza alle raccomandazioni, in particolare per il raggiungimento degli obiettivi della PVC (sostituta in molti pazienti dalla misurazione del diametro della VCI) e della ScvO2, i nostri dati evidenziano una riduzione della mortalità, soprattutto dei pazienti con sepsi grave. Dal confronto con il gruppo storico, si conferma un’associazione fra aderenza ai “bundles” delle 6 ore e mortalità. Resta da verificare se una maggiore aderenza agli obiettivi PVC e ScvO2 possa determinare un miglioramento della mortalità anche nel gruppo di pazienti con shock settico.