AUDIT CLINICO SULLA GESTIONE DEL PAZIENTE CON SEPSI GRAVE E SHOCK SETTICO IN PRONTO SOCCORSO: EVIDENZE DAL PREAUDIT

Topic: LA RICERCA
Autore: BELTRAME ANGELA
Affiliazione: PRONTO SOCCORSO E MEDICINA D URGENZA, CA FONCELLO ULSS9, TREVISO, ITALIA
Co-autori: Angela Beltrame (1) - Luca Scaldaferri (1) - Andrea Favaro (1) - Marta Carli (1) - Eva Tono (1) - Francesco Bassan (1) - Katia Trolese (1) - Stefania Tronchin (1) - Maurizio Sacher (1)

Obiettivi
Condurre uno studio di PreAudit in Pronto Soccorso per valutare il grado di identificazione e gestione del paziente settico; evidenziare le aree di inappropriatezza; introdurre una checklist operativa per favorire il cambiamento.
Metodi
E’ stato identificato come standard assistenziale la linea guida della Surviving Sepsis Campaign del 2012. Sulla base della raccomandazioni di grado più elevato è stato formulato un set di indicatori di processo riguardanti l’identificazione e la gestione del paziente settico.
E’ stato quindi condotto uno studio retrospettivo di Pre-Audit per confrontare la pratica clinica corrente con lo standard assistenziale. Sono stati identificati 38 verbali di PS (periodo: 01-06/2014) con diagnosi codificata di shock settico e sepsi grave ed esitati in ricovero in TI e SemiIntensiva.
Risultati
Nel 15% dei verbali di PS è stato possibile rilevare tutti i passaggi necessari ad una adeguata gestione e valutazione del paziente settico. Nell’89% dei verbali analizzati è evidenziabile l’identificazione dello stato settico (SIRS, lattati, SI); il 44% dei verbali riporta una descrizione ecografica della VCI; nell’89% dei casi era segnalata l’esecuzione del riempimento volemico, ma solo nel 15% era segnalata la rivalutazione del pz a 30’, 60’e120’ e la clearance dei lattati in uscita. Nel 18% dei casi sono stati eseguiti gli esami colturali e la prima dose di antibiotico; negli stessi pazienti è iniziata in PS l’infusione di amine (28% dopo posizionamento di CVC da parte del medico di PS, 72% in vena periferica). Per gestione sono stati posizionati complessivamente CVC nel 13% dei pazienti.
Conclusioni
E’ emersa una scarsa propensione a documentare i passaggi operativi eseguiti durante la valutazione e gestione dei pazienti in esame. Pur non evidenziandosi criticità dai verbali non è possibile seguire i passaggi operativi probabilmente eseguiti ma non documentati.
Per tale motivi l’implementazione del percorso per l’identificazione e gestione del paziente settico prevede la conduzione di un Audit clinico tramite l’utilizzo di una checklist che prevede di identificare pazienti con età ?18 anni con almeno 2 criteri di SIRS associati a lattati ?2 mmol/L e/o Shock Index (SI) ?0,7 e valutazione della risposta al riempimento volemico integrando parametri vitali e profilo ecografico della VCI (vena cava inferiore) (definito EGDT base) con passaggio a EGDT avanzato nei pazienti non responder. Fanno parte della checklist istruzioni operative sulla: gestione delle vie aeree, riconoscimento precoce dell’ insufficienza respiratoria, somministrazione precoce di antibioticoterapia in base a focolaio infettivo presunto ed epidemiologia locale, sede di ricovero in base all’intensità di cura prevista (MEWS uscita).
Tale procedura è volta al raggiungimento di una diagnosi precoce e di un trattamento precoce che è dimostrato essere cruciale per la sopravvivenza del paziente a breve e lungo termine.