L’UTILIZZO DELLA CPAP NELL’EPA CON MONITORAGGIO DELL’EGA IN EXTRAOSPEDALIERO: NOSTRA ESPERIENZA

Topic: INSUFFICIENZA RESPIRATORIA
Autore: GUARINO MARIO
Affiliazione: ASL NAPOLI 1 CENTRO, OSPEDALE SAN PAOLO, NAPOLI, ITALIA
Co-autori: Mario Guarino (1) - Enrico Giuseppe Ruggiero (2) - Bruno Paduano (1) - Mauriio Carannante (1) - Cosma Casaburi (2) - Ercole Antonio Rossi (1) - Antonio Maddalena (1) - Mattia Izzo (1) - Natale De Falco (2) - Rosario Lanzetta (3) - Fernando Schiraldi (2)

>35 ANNI
INTRODUZIONE: L’edema polmonare acuto (EPA) rappresenta una delle cause più frequenti di insufficienza respiratoria. In recenti linee guida sulla base di trials clinici randomizzati la CPAP è stata inclusa nella terapia dell’EPA. Scopo del nostro studio è stato quello di valutare l’efficacia della metodica nel setting pre-ospedaliero
MATERIALI E METODI: Nel periodo Marzo 2011 - Maggio 2014 sono stati trattati dal nostro gruppo, in ambiente extra-ospedaliero, 88 pazienti con edema polmonare acuto con CPAP ed eventuale terapia farmacologica (metoclopramide, morfina, nitrati e furosemide e.v.). In un paziente in cui non è stato possibile l’accesso venoso, la morfina è stata somministrata mediante atomizzatore intra-nasale (MAD-300 LMA-Bemar Italia). In tutti i pazienti è stata eseguita l’emogasnalisi arteriosa con apparecchio portatile (I-STAT Burke&Burke) al tempo 0’ e all’accesso in P.S. La CPAP è stata applicata mediante l’uso di maschera (Ventumask Starmed con PEEP 7.5 cm/H2O e FiO2 40-%) che consente l’applicazione del “device” all’erogatore di flusso della bombola portatile e dell’ambulanza. In 8 pazienti è stata eseguita l’eco d’urgenza “bed-side” al domicilio e in ambulanza (torace, cuore e VCI).
RISULTATI: Tutti i pazienti hanno mostrato un rapido miglioramento della sintomatologia e dei parametri vitali (P.A., F.C. F.R., SaO2, GCS). Soltanto in 1 paziente è stato necessario ricorrere all’intubazione oro-tracheale (2 ore dopo l’inizio della terapia). Al momento in tutti i pazienti trattati l’outcome è stato favorevole (morte a 30 giorni end-point primario). Solo un paziente è stato sottoposto ad intubazione oro-tracheale (end-point secondario).
CONCLUSIONI: Numerosi studi e trials multicentrici mostrano che l’applicazione della CPAP nell’EPA esprime tutti i suoi vantaggi quando applicata precocemente (soprattutto in setting pre-ospedaliero). Nonostante l’esiguo numero di pazienti trattati, nella nostra esperienza, questo percorso assistenziale consente di applicare precocemente (già a casa del paziente), tutte le armi terapeutiche, farmacologiche e non, per il trattamento dell’EPA ed il monitoraggio avanzato mediante ECO ed EGA. Inoltre, il continuum diagnostico-terapeutico in P.S. e in M.U. da parte degli stessi medici d’urgenza che operano sul territorio, consente di offrire al paziente trattamenti avanzati ed omogenei indipendentemente dal “setting” di lavoro.