UTILIZZO DELLO SHOCK INDEX E DELL'EMOGASANALISI ARTERIOSA NEL TRAUMA MAGGIORE: LA NOSTRA ESPERIENZA
Topic: IL TRAUMA
Autore: CHELLI VITTORIO
Affiliazione: PRONTO SOCCORSO, MISERICORDIA, GROSSETO, ITALIA
Co-autori: Vittorio Chelli (1) - Silvia Valentini (1) - Loredana Tanzilli (1) - Francesca Scarpini (1) - Francesco Ronchese (1) - Mauro Breggia (1)
AUTORE PRESENTANTE: > 35 ANNI
OBIETTIVI (indicare lo scopo dello studio o l´ipotesi che viene testata)
All’arrivo in DEA, nella fase iniziale di valutazione e trattamento di un trauma maggiore, bisogna identificare in tempo rapido alcuni parametri che possano essere predittivi di necessità trasfusionale e correlabili con la prognosi.
Tramite il nostro studio vogliamo testare l’utilizzo dello Shock Index (SI), e dell’Emogasanalisi arteriosa (EGA) completa di lattati come marker di pronta disponibilità e facile monitoraggio per una valutazione iniziale del paziente
METODI (descrivere della metodologia usata)
Abbiamo analizzato la cartella clinica di 91 pazienti (51 maschi e 40 femmine) giunti al DEA di Grosseto per trauma chiuso a dinamica maggiore da Gennaio 2013 a Marzo 2014.
Criteri di inclusione: età > 16 anni, accesso per trauma a dinamica maggiore.
Parametri analizzati all’ingresso: frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, pressione arteriosa, EGA arteriosa, temperatura corporea, Glasgow Coma Scale, emocromo, INR, creatinina, quantità di liquidi infusa, necessità di supporto trasfusionale, outcome.
Per ogni paziente è stato calcolato il rapporto tra FC e PA sistolica (SI) e sono stati definiti 3 gruppi in base all’esito clinico:
I gruppo: dimissione
II gruppo: ricovero
III gruppo: decesso.
RISULTATI (presentare nel modo più chiaro possibile i risultati dello studio e, se appropriato, la significatività statistica)
La nostra popolazione era costituita da 54 soggetti appartenenti al I gruppo, 35 al II gruppo, e 2 al III.
Abbiamo riscontrato una differenza statisticamente significativa nei valori di pH e lattati all’EGA tra pazienti dimessi e ricoverati (test di Mann Whitney): pH medio I gruppo 7.44 vs II gruppo 7.37, mediano 7.42 vs 7.40 (sig. 0.004), BE (Base Excess) medio I gruppo 0.031 vs II gruppo -1.47, mediano -0.20 vs -1.10 (sig. 0.038).
I due pazienti deceduti presentavano un pH medio 7.38, e BE medio -3.85.
Non abbiamo osservato alcuna variazione significativa dello SI (media I gruppo 0.62 vs II gruppo 0.76, mediana 0.60 vs 0.71).
CONCLUSIONI (discutere brevemente i dati e la significatività dei risultati)
I valori ematici ricavati dall’EGA si sono dimostrati di immediata utilità nel predire la gestione più o meno complessa del paziente con trauma maggiore.
Con l’ampliamento della casistica ci auguriamo che anche parametri vitali facilmente rilevabili all’ingresso del paziente, quale lo SI, possa dimostrare la stessa efficacia