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...E' ancora il Medico di Urgenza a pagare il prezzo della disorganizzazione nelle Aziende Sanitarie! |
Il decesso al Policlinico Umberto I di un uomo di 61 anni che era stato visitato al Pronto Soccorso dell’Ospedale S. Eugenio, rappresenta un episodio indubbiamente gravissimo ed è inquietante la possibilità che forse un diverso comportamento del sistema sanitario della nostra città avrebbe potuto salvarlo. Sull’episodio specifico la parola è ora alla magistratura, chiamata ad individuare le eventuali responsabilità, ed è pertanto opportuno tenere un doveroso silenzio ed un comportamento misurato, quale non può essere considerato la decisione di sospendere dal servizio alcuni colleghi ancor prima che si svolgano i più elementari accertamenti. E‘ necessario però da subito discutere su aspetti più generali richiamati da questa vicenda e su cui sono state fatte affermazioni gravi improntate alla scarsa conoscenza della realtà, all’improvvisazione, allo sciacallaggio.
Nel 2000 sono stati effettuati nel Lazio oltre 26000 trasferimenti tra Ospedali, 1800 dal S.Eugenio, con punte di oltre 4000 da un singolo ospedale: si tratta di dati forniti dall’Assessorato Sanità della Regione che Amministratori e Direttori delle ASL non possono non conoscere.I Medici dei P.Soccorso hanno negli anni ridotto la percentuale dei ricoveri, oggi al di sotto del 20%; se la Rete degli Ospedali di Roma e del Lazio ha retto alla drastica riduzione di migliaia di letti effettuata negli ultimi anni è grazie alle responsabilità che ognuno di noi si è assunto nel trasferire o nell‘inviare a domicilio pazienti che avrebbero diritto ad una più sicura assistenza. Ogni anno nella nostra regione circa 2 milioni di cittadini si affidano alle nostre cure, di questi almeno il 30% dovrebbero trovare altrove la risposta ai propri bisogni, se vengono in Pronto Soccorso è perché queste risposte non le trovano, perché queste strutture sono comunque sempre a disposizione, perché in fondo i cittadini credono nell’ospedale: è giusto che i media informino e denuncino errori, ritardi e manchevolezze, tutto questo può aiutare il sistema a crescere e migliorare, ma è necessario evitare giudizi sommari che precedano qualsiasi accertamento, generalizzazioni eccessive ed atteggiamenti demagogici. Chi opera in Pronto Soccorso sa bene cosa significhi assumersi le proprie responsabilità, lo facciamo nel nostro lavoro decine di volte ogni giorno e lo faremo anche in questa occasione, individualmente e come comunità scientifica, ma se da episodi dolorosi come questo vogliamo trarre insegnamenti per modificare e rendere migliori procedure e comportamenti, è necessario che con noi si facciano carico delle loro responsabilità le istituzioni, le forze politiche e sociali sorde ai nostri suggerimenti ed alle nostre proposte, ma pronte a giudicare e condannare. I Medici della Società Italiana di Medicina d‘Urgenza e di Emergenza (SIMEU) del Lazio tornano dunque a chiedere formalmente all’Assessorato ed alla Commissione Sanità del Lazio, e con loro all’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune, un incontro sui problemi del sistema di emergenza della nostra Regione. Roma 11/09/2001 |
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Il Direttivo SIMEU | |
Regione Lazio |