IL BLOG DI SIMEU

 

Archive for aprile, 2015

On line il nuovo fascicolo dell’Italian Journal of Emergency Medicine

martedì, aprile 21st, 2015

Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

Su Twitter: @P_Balzaretti

 

E’ stato pubblicato l’ultimo fascicolo dell’Italian Journal of Emergency Medicine, organo ufficiale di SIMEU. Com’è ormai tradizione, passiamo in rassegna i principali temi trattati.
Innanzitutto, dall’Ufficio Stampa ci ricordano l’imminente seconda edizione della “Settimana del Pronto Soccorso”, che si terrà dal 16 al 24 maggio prossimi. Mentre la formula dell’evento è simile a quella della scorso anno con iniziative sparse in tutte le regioni italiane, la grande novità riguarda la collaborazione con Cittadinanza Attiva – Tribunale dei Diritti del Malato. La sinergia con la più grande organizzazione di rappresentanza dei malati in Italia contribuirà a rendere più concreto quel patto con i cittadini che anima l’iniziativa di SIMEU.

L’articolo successivo, appartenente alla serie “sulle tracce dell’ECG”, traendo spunto da un caso clinico, fornisce un interessante approfondimento su un quadro clinico raro ma rilevante come la torsione di punta, di cui vengono trattati i criteri diagnostici, i fattori di rischio e le strategie terapeutiche.

Un altro case report cardiologico descrive la corretta identificazione di una massa cardiaca in fase di triage da parte di uno studente di Scienze Infermieristiche con uno specifico training ecocardiografico. Ciò a riprova dell’importanza di conoscere quanto meno gli aspetti di base dell’ecocardiografia da parte dei professionisti dell’Emergenza-Urgenza.

Il confronto con lo specialista radiologo occupa una parte consistente di ogni turno di un medico d’Urgenza e può diventare piuttosto aspro quando si richiede una tomografia computerizzata (TC). E’ chiaro però che quando l’iter diagnostico riguarda un paziente con sospetta occlusione intestinale, questo esame costituisce ormai una tappa “obbligata”. A questo proposito, un’analisi della dott.ssa Capalbo ci conferma che la nostra fiducia in questo test è ben riposta: utilizzando come gold standard l’atto operatorio, risulta che l’accuratezza diagnostica della TC circa la causa e la sede dell’occlusione intestinale sia pari al 94,9% e al 96,1% rispettivamente.

Rimanendo nel campo delle urgenze addominali, Rizzi e colleghi ci propongono una corposa revisione dell’iter diagnostico e terapeutico della colite ulcerosa nel DEA, partendo dal presupposto che un riconoscimento tempestivo e un trattamento iniziato altrettanto precocemente possono ridurre in modo significativo le relative morbidità e mortalità.

Infine, dalle Scuole di Specializzazione in Medicina d’Emergenza-Urgenza e Medicina Interna di Pavia viene proposto  un caso di trombosi della vena mesenterica superiore, un disturbo che sebbene raro dovrebbe essere preso in considerazione nel paziente con dolore addominale, soprattutto in considerazione della prognosi non sempre favorevole.

Ci sono evidenze sempre più consistenti in letteratura che uno dei principali determinanti dell’outcome dei pazienti in arresto cardiaco sia il ritmo di presentazione. Il lavoro epidemiologico di Brugioni e collaboratori, oltre a fornire molti dati interessanti sulle caratteristiche demografiche di questapopolazione di pazienti, conferma questa osservazione: solo l’0,2% dei pazienti che presentavano come ritmo iniziale l’asistolia sopravvivevano, contro il 31,2% di coloro in cui si rilevava una fibrillazione ventricolare. Da qui la più che condivisibile esortazione degli Autori a diffondere la tecniche di BLSD per migliorare ulteriormente la prognosi delle vittime di arresto cardiaco.

Non solo infarto: la diagnosi differenziale del dolore toracico è ampia e una delle possibili cause, talvolta difficile da distinguere rispetto all’ischemia miocardica, è la pericardite acuta. Qual’è l’iter diagnostico e terapeutico in Pronto Soccorso? Ne parlano De Luca et al. in un’interessante revisione sull’argomento, ricca di materiale iconografico.
Infine, l’appuntamento irrinunciabile con le pillole dalla letteratura internazionale, curate con costanza dal dott. Rodolfo Ferrari.

Buona lettura!

 

 

L’appropriatezza in pronto soccorso e medicina d’urgenza. Congresso Simeu Piemonte, lunedì 20 aprile, Cuneo

sabato, aprile 18th, 2015

@SilviaAlparone


Con la necessaria riorganizzazione dei servizi che la sanità nazionale sta vivendo in questi anni, il concetto cardine spesso invocato in contrapposizione alla politica dei tagli lineari è quello dell’appropriatezza. L`Oms, Organizzazione mondiale della sanità, stima che una percentuale della spesa sanitaria compresa tra il 20% e il 40% rappresenti uno spreco causato da un utilizzo inefficiente delle risorse. “Ma ragionare in termini di appropriatezza – sottolinea Franco Aprà, presidente Simeu Piemonte – non è una necessità dettata dalla contingenza economica, quanto piuttosto una necessaria trasformazione culturale per migliorare l’efficacia delle cure e quindi una strada da intraprendere nell’interesse del paziente”.

Il congresso regionale di Cuneo, che si tiene lunedì 20 aprile al Centro Incontri della Provincia di Cuneo – è stato organizzato come giornata di riflessione sul tema, da diversi punti di vista, quello del medico d’urgenza, dell’infermiere e del paziente. “Esistono conclamate evidenze – spiega Aprà – chefare e spendere di più non migliora la qualità della salute e quindi offrire un numero illimitato di prestazioni non migliora la salute della popolazione, anzi entro un certo limite la peggiora, a cominciare dai possibili effetti collaterali che queste comportano”. Less is more quindi, come recita la sempre più diffusa campagna di Choosing wisely, a dimostrazione del fatto che se un trattamento è buono, non è necessariamente un bene prescriverlo un numero illimitato di volte.

Nella prima sessione del congresso di Cuneo si discuterà del perché si debba essere appropriati nell’erogazione delle cure e dell’assistenza in pronto soccorso e la discussione di questa prima parte della giornata si concluderà con la lettura Mode e tendenze nella medicina contemporanea: risparmio e appropriatezza possono andare d’accordo?, di Giulio Fornero, direttore della struttura complessa di Qualità e Risk management della Città della Salute di Torino. Seguiranno due sessioni tecniche, la prima dedicata all’appropriatezza in alcuni momenti topici dell’attività del medico di emergenza; in successione, la seconda, dedicata al lavoro degli infermieri. Le due sessioni saranno scandite dalla lettura di Fabio De Iaco, coordinatore del pronto soccorso di Imperia, sulle Linee guida intersocietarie per la gestione del dolore in emergenza, elaborate fra gli altri da Siaarti e Simeu. Infine, nella quarta e ultima parte della giornata sarà presentato, come contraltare del punto di vista del medico, quello del paziente: prenderà la parola il Tribunale dei diritti del Malato, con un intervento di Elisabetta Sasso, referente del Tdm per Torino, su come conciliare appropriatezza e soddisfazione del paziente.

Il programma completo della giornata nella sezione Convegni del sito Simeu.

 

SIMEU Giovani: formazione tra Scuola di Specializzazione e iniziative societarie

martedì, aprile 14th, 2015

Intervista a Valeria Donati, rappresentante nazionale Simeu Giovani

Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

Su Twitter: @P_Balzaretti


È passato poco più di un anno dal Flash Mob che ha visto coinvolti gli specializzandi di Medicina d’emergenza-Urgenza (MEU) di tutta Italia, di cui abbiamo parlato a più riprese su questo blog (leggiqui, qui, quiequi).

Il successivo concorso nazionale per le Scuole di Specializzazione, tenutosi tra il 28 e il 31 ottobre 2014, prevedeva circa 71 posti per la Medicina d’emergenza-Urgenza, più alcuni ulteriori ministeriali e regionali.

Cos’è cambiato da allora? Ne abbiamo con la dott.ssa Valeria Donati, rappresentante nazionale diSIMEU Giovani, la sezione della Società che raggruppa i colleghi under 35.

In questi giorni è stato bandito il prossimo concorso nazionale di specializzazione: ci sono informazioni su quanti saranno i posti disponibili per gli aspiranti MEU?

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sostiene che il bando del prossimo concorso nazionale di specializzazione verrà pubblicato entro il 30 aprile e si svolgerà non oltre il 31 luglio. Per quanto riguarda i posti riguardanti la MEU, al momento non abbiamo notizie certe.

A questo proposito, SIMEU ha sempre sostenuto la necessità della collaborazione con l’Università: ci sono novità a questo proposito?

E’ iniziata una collaborazione attiva fra i direttori delle scuole di specialità e la nostra Società scientifica, stiamo provando ad attivare programmi di scambio formativi, fra le sedi universitarie ma anche attraverso ospedali non universitari riconosciuti da SIMEU come sedi di eccellenza per particolari skills quali l’ecografia in urgenza o la ventilazione non invasiva.

La creazione di una rete formativa è sempre stato uno degli obiettivi fondamentali di SIMEU Giovani, per contribuire ulteriormente alla crescita formativa dei colleghi che si apprestano a iniziare la loro carriera nell’Emergenza-Urgenza. Come procede il progetto?

Ad oggi la rete fra gli specializzandi e giovani SIMEU è sempre più stretta, con interscambi di idee e percorsi formativi volti a creare giovani MEU di livello internazionale.

Già almeno tre dei nostri specialisti MEU lavorano fra Francia, Inghilterra ed Irlanda, con ottimi risultati, dimostrandosi all’altezza degli standard qualitativi europei.

Da sempre impegnata per contribuire a migliorare le Scuole di Specializzazione in Medicina d’emergenza e Urgenza c’è COSMEU, il Coordinamento degli Specializzandi in Medicina d’emergenza Urgenza?

La COSMEU, continua la sua opera divulgativa, informativa e di cooperazione fra gli specializzandi e la SIMEU stessa, partecipando alla conferenza dei direttori delle scuole di specializzazione e proponendo idee ed attività volte a migliorare ed ad unificare il programma formativo dei 5 anni di specialità. Proprio il 28 marzo si è tenuta a Genova l’assemblea COSMEU, con il rinnovo del suo direttivo nazionale.

Ringraziamo la dott.ssa Donati per la disponibilità e gli aggiornamenti che ci ha dato. Per chi volesse saperne di più su SIMEU Giovani, può scrivere a questo indirizzo.

La voce dell’infermiere in Simeu

mercoledì, aprile 8th, 2015

di Zora Juricich

Coordinatore Nazionale Area Nursing Simeu e I Coordinatori Regionali Area Nursing Simeu

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la voce degli infermieri Simeu sulla situazione ormai endemica di sovraffollamento dei pronto soccorso, che si aggrava periodicamente in occasione di situazioni eccezionali come il picco dell’influenza stagionale. Il punto di vista degli infermieri è complementare a quello dei medici: insieme danno una panoramica preziosa perché completa, clinico-assistenziale, della situazione di grave crisi in cui versano le strutture di emergenza italiane.

Mentre si ragiona sulla 566, sulla cabina di regia e sulle competenze Infermieristiche avanzate, nei 118, Pronto Soccorsi e nelle Medicine d’urgenza in Italia gli INFERMIERI “soffocano” insieme ai loro pazienti.

Nei primi mesi del 2015 si è registrato un incremento della richiesta di prestazioni di pronto soccorso, legato all’epidemia influenzale, con maggiore aumento dei casi più gravi; la contemporanea diminuzione dei posti letto ospedalieri, non accompagnata da un adeguamento dei servizi territoriali e delle risposte organizzative interne, porta all’impossibilità di ricoverare tempestivamente i pazienti nei reparti e l’accentuazione del fenomeno dell’affollamento, in un contesto di sproporzione tra le risorse disponibili e la domanda di salute concentrata nei PS. Ne derivano alcune conseguenze, ampiamente confermate dall’esperienza quotidiana degli operatori e dai dati della letteratura scientifica:

– rischio aumentato per i pazienti (con incremento di mortalità e peggioramento della prognosi per alcune patologie);

– disparità di trattamento a secondo del problema di presentazione (chirurgico, medico specialistico, medico generale);

– impossibilità a garantire il rispetto della privacy e della dignità delle persone da assistere e curare;

– inefficienza dei processi di cura con allungamento della degenza reale, a causa della gestione in PS della maggioranza dei ricoveri nei primi giorni (ovvero nella fase più acuta);

– carico orario, professionale, emotivo per il personale medico, infermieristico e di supporto non sostenibile nel tempo.

La frustrazione degli operatori dell’emergenza-urgenza, dovuta all’impossibilità di fornire prestazioni sanitarie ottimali, unita a carichi di lavoro massacranti, necessita di risposte immediate. La professionalità e la salute degli Infermieri che operano nell’emergenza territoriale (118), in Pronto Soccorso e nelle strutture di Medicina d’Urgenza è messa a dura prova. Per l’infermiere di emergenza-urgenza il “tutto possibile” non sono solo flebo, iniezioni, farmaci e fare l’igiene al paziente!

Il centro della professione infermieristica è dare assistenza, vicinanza, relazione umana, educazione sanitaria, farsi carico del vissuto di malattia, favorire il contatto e l’informazione ai famigliari in attesa, occuparsi di cosa accadrà dopo la prestazione di Pronto Soccorso. In poche parole PRENDERSI CARICO DEL SINGOLO PAZIENTE! Nello stesso tempo però deve gestire spazi, materiali, personale di supporto e problematiche legate alla disponibilità di posti letto. Da anni in tutta l’area di emergenza-urgenza italiana (118, pronto soccorso, med. D’urgenza) gli infermieri erogano prestazioni spesso sottaciute e non tracciate che potremmo definire complesse e avanzate e che costituiscono un supporto indispensabile alla diagnosi e cura dei pazienti. Perché nessuno ne parla? Perché solo chi ha lavorato in questo contesto a qualsiasi titolo può essere testimone di quanto da anni gli infermieri dell’emergenza/urgenza svolgono con efficacia e in autonomia.

Nelle condizioni di sovraffollamento in cui versano in questo periodo i nostri Pronto soccorsi è difficile pensare alle possibilità di erogare competenze avanzate quando ci sono appena tempo e spazio per rispondere ai bisogni di base dei nostri pazienti. Per gli infermieri di emergenza/urgenza che operano in queste condizioni di lavoro paiono molto lontane e sterili le ultime diatribe su media e giornali che riguardano lo sviluppo della professione infermieristica.

Le questioni sul comma 566 (legge 23 dicembre2014, n.190) relative ai ruoli e alle competenze dei professionisti della salute, l’individuazione delle sei aree di competenze sancita dalla Conferenza Stato-Regioni, l’istituzione di una Cabina di Regia per il coordinamento nazionale sulla regolazione della vita professionale ed organizzativa degli operatori del sistema sanitario, appaiono agli infermieri che soffrono quotidianamente nella “trincea della prima linea” come meri esercizi di burocrazia ben lontani dalla risoluzione dei problemi di cittadini e infermieri. Il grido disperato che viene dagli Infermieri di emergenza/urgenza invoca l’aiuto del Collegio Professionale, dei sindacati e della parte migliore della Politica Italiana.

COCHRANE CORNER: La manovra di Epley per la vertigine parossistica posturale benigna

mercoledì, aprile 1st, 2015


Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

Su Twitter: @P_Balzaretti

 

Conoscenze attuali

La vertigine parossistica posturale benigna (VPPB) viene definita come una disturbo caratterizzato dal susseguirsi di brevi episodi di vertigini, della durata inferiore ad un minuto, generalmente indotti da cambiamenti di posizione del capo (1, 2) come può succedere quando ci si gira nel letto, si oscilla la testa all’indietro o ci si china in avanti (1). E’ un quadro di riscontro piuttosto frequente in Pronto Soccorso (circa il 9% dei casi di vertigine secondo Navi e colleghi (3)) con massima incidenza d’esordio tra i 60 e 70 anni; nella maggior parte non è possibile trovare una chiara causa scatenante. Questa diagnosi dovrebbe essere presa in considerazione solo nel momento in cui siano escluse cause centrali di vertigini, come per esempio ischemie del circolo posteriore, decisamente più rilevanti dal punto di vista prognostico.

La spiegazione fisiopatologica più accreditata chiama in causa la dislocazione all’interno dei canali semicircolari di piccoli otoliti (cristalli di carbonato di calcio), normalmente posizionati in corrispondenza della macula dell’utricolo. Essendo in posizione più declive rispetto all’utricolo, il canale semicircolare posteriore è quello più frequentemente coinvolto (1, 2).

Per il trattamento della VPPB del canale posteriore si è progressivamente diffuso l’impiego della manovra di Epley (o di riposizionamento dei canaliti), la cui base razionale risiede proprio nella mobilizzazione degli otoliti dal canale semicircolare posteriore nuovamente nell’utricolo, dove non provocano disturbi (2).

Al momento sono disponibili in letteratura due importanti linee guida relative al trattamento della VPPB. La prima, rilasciata dall’American Academy of Otolaryngology – Head and Neck Surgery Foundation, raccomanda di sottoporre il paziente con BPPV del canale posteriore a manovre di riposizionamento degli otoliti, tra le quali segnalano la manovra di Epley e quella di Semont (Bhattacharyya 2008). Il secondo documento, pubblicato dall’American Academy of Neurology, raccomanda più direttamente la prima (Fife 2008).

La revisione sistematica di cui parleremo (2) è l’aggiornamento di precedente versione del 2010 e si pone come obiettivo quello di valutare l’efficacia della manovra di Epley nel trattamento dei pazienti con VPPB.

 

La Revisione Cochrane

Titolo: The Epley (canalith repositioning) manoeuvre for benign paroxymal positional vertigo

Autori: Hilton MP, Pinder DK.

Obiettivo: valutare l’efficacia della manovra di Epley nel trattamento della VPPB.

Outcome primario: risoluzione completa della vertigine

Outcome secondari: negativizzazione del test di Dix-Hallpike, effetti avversi.

N°. di studi inclusi: 11 trial controllati e randomizzati, 10 dei quali inseriti nella meta-analisi

Qualità degli studi inclusi: mediamente bassa; i problemi principali riguardano le procedure di blinding.

N° di pazienti: 745 (tra 60 e 100 pazienti per studio)

Risultati:

 

Parametro

Risultato

N° di pazienti

Manovra di Epley vs. placebo

Risoluzione completa della vertigine

Odds Ratio

4,42 (I.C. 95%: 2,62 – 7,44)

273 (5 studi)

Negativizzazione del test di Dix-Hallpike

Odds Ratio

9,62 (I.C. 95%: 6 – 15,42)

507 (8 studi)

 

Tab. 1. Risultati della meta-analisi. Non è stata condotta la metanalisi per il confronto tra la manovra di Epley e altri trattamenti.

Gli eventi avversi sono stati pochi e non è stata riportata una sintesi. I principali sono stati l’insorgenza di nausea e vomito durante la procedura e l’intolleranza alla manovra legata alla presenza di problemi della colonna cervicale.

 

Interpretazione – conclusioni

In base a risultati di questa meta-analisi, la manovra di Epley è più efficace del placebo (nella maggior parte dei casi si trattava di manovre verosimili ma prive di rilevanza terapeutica) per la completa risoluzione della vertigine in pazienti affetti da VPPB; la decisione di trattare il paziente dovrebbe essere presa tenendo comunque conto della tendenza alla risoluzione spontanea del disturbo (1).

Il principale aspetto positivo di questo lavoro è la capacità di dimostrare un’efficacia terapeutica consistente (il trattamento quadruplica di fatto la probabilità di risoluzione del disturbo) a fronte di effetti avversi quasi trascurabili. Per altro verso, la portata di questo risultato positivo è in parte ridimensionata da alcuni problemi metodologici. In primo luogo, l’eterogeneità tra i singoli studi è alta (I2 tra 68% e 72%) e gli Autori non provano neanche ad ipotizzarne le potenziali cause (tra le quali, si possono annoverare, secondo me, il differente setting in cui sono stati eseguiti gli studi e alcune differenze nelle manovre eseguite). Inoltre, i lavori erano mediamente di bassa qualità, cosa che potrebbe aver comportato una sovrastima dei benefici stimati. Infine, un ultimo problema è legato alla natura “soft” dell’outcome principale, il quale è esposto ad una certa soggettività nell’attribuzione. Per garantire una’analisi più oggettiva è stata valutata la negativizzazione del test di Dix-Hallpike, la quale sembrerebbe anch’essa assai più probabile nei pazienti trattati.

Sempre sul tema, a corredo di questo questo post, è disponibile online il video Maneuvers to Diagnosis and Treat Benign Paroxysmal Positional Vertigo su Nejm Video, il canale youtube del New England Journal of Medicine.

Bibliografia

  1. Kim J-S, Zee DS. Benign paroxysmal positional vertigo. New Engl J Med 2014; 370: 1138-1147. Link

  2. Hilton MP, Pinder DK. The Epley (canalith repositioning) manoeuvre for benign paroxysmal positional vertigo. Cochrane Database Syst Rev. 2014;12: CD003162. Link

  3. Navi BB, Kamel H, Shah MP, et al. Rate and Predictors of Serious Neurologic Causes of Dizziness in the Emergency Department. Mayo Clin Proc 2012; 87: 1080-1088. Link

  4. Bhattacharyya N, Baugh RF, Orvidas L, et al. Clinical practice guideline: Benign paroxysmal positional vertigo. Otolaryngol Head Neck Surg 2008; 139 (5 Suppl 4): S47-S81. Link

  5. Fife TD, Iverson DJ, Lempert T. Practice Parameter: Therapies for benign paroxysmal positional vertigo (an evidence-based review). Report of the Quality Standard Subcommittee of the American Academy of Neurology. Neurology 2008; 70: 2067-2074. Link





SIMEU - SOCIETA' ITALIANA di MEDICINA D'EMERGENZA-URGENZA

Segreteria Nazionale:
Via Valprato 68 - 10155 Torino
c.f. 91206690371 - p.i. 2272091204

E-mail: segreteria@simeu.it
pec: simeu@pec.simeu.org
Tel. 02 67077483 - Fax 02 89959799
SIMEU SRL a Socio Unico

Via Valprato 68 - 10155 Torino
p.i./c.f. 11274490017
pec: simeusrl@legalmail.it