IL BLOG DI SIMEU

 

Archive for febbraio, 2014

La presenza dei familiari durante la rianimazione cardio-polmonare: cosa ne pensate?

mercoledì, febbraio 26th, 2014

di Paolo Balzaretti, redazione blog Simeu

@P_Balzaretti


Nell’ultimo fascicolo dell’Italian Journal of Emergency Medicine, un interessante articolo di Massimo Monti, Gabriele Prati, Samantha Caligari dal titolo “I familiari durante l’emergenza: intralcio o risorsa? Cosa ne pensano gli operatori sanitari? Ricerca sul campoapprofondisce un tema importante, quello della presenza dei familiari durante l’esecuzione di procedure invasive e della rianimazione cardio-polmonare nell’ambito dell’Emergenza-Urgenza, sia ospedaliera che pre-ospedaliera, e in Terapia Intensiva.

E’ un argomento che suscita molto dibattito. Nonostante siano disponibili evidenze secondo cui la presenza dei familiari favorisce la possibilità di tollerare meglio il lutto e riduce l’incidenza di disturbo post-traumatico da stress (Jabre 2013), esistono ancora resistenze a consentire che i familiari siano presenti durante le manovre di rianimazione cardio-polmonare (RCP). Ciò è soprattutto dovuto al timore che i familiari intralcino in qualche modo le procedure, che ciò che vedono sia eccessivamente traumatizzante e, non ultimo, che aumenti la possibilità di essere esposti a controversie medico-legali.

Il lavoro è molto completo ed esaustivo. Leggendo i dati raccolti mi sono chiesto quale fosse la situazione all’estero e ho fatto una breve ricerca esplorativa su PubMed. Ho trovato 8 articoli (vedi materiale aggiuntivo) pubblicati dopo il 2000, che costituisce un anno di svolta che ha visto la pubblicazione delle prime linee guida sull’argomento da parte dell’American Heart Association. Gli studi sono eterogenei, provenendo da varie nazioni del mondo e interessando medici e infermieri in diverse percentuali (il setting però è omogeneo, avendo limitato la ricerca agli studi eseguiti nell’ambito del DEA). Nel complesso, la percentuale degli operatori sanitari favorevoli alla presenza dei parenti durante l’RCP oscilla tra il 20 e il 35%, con alcune punte fino al 60-70% nei Paesi anglosassoni. Tali risultati sono per la maggior parte inferiori rispetto a quelli segnalati nel lavoro di Monti e colleghi; anche Bambi et al., nella loro survey effettuata in Italia nel 2007, riportavano che solo il 19% degli intervistati riteneva opportuna la presenza di parenti.

Ciò cosa significa? Davvero questi dati testimoniano una maggiore sensibilità degli operatori italiani ai desideri di vicinanza ai pazienti sperimentati nelle situazioni, mossa dalla consapevolezza crescente dei possibili benefici che la presenza dei congiunti può determinare? Ci sono poi altri quesiti: se davvero crediamo che la presenza dei familiari sia positiva, è opportuno creare un protocollo condiviso a livello locale sull’argomento o lasciare la decisione alla sensibilità dei presenti? A questo proposito, nello studio è inclusa una sintesi delle principali linee guida internazionale sull’argomento.

Per raggiungere direttamente il fascicolo di gennaio dell’Italian Journal of Emergency Medicine cliccate qui. Fateci sapere cosa ne pensate.

 

Dieci buone ragioni per iscriversi a Simeu

mercoledì, febbraio 19th, 2014


Questi primi mesi dell’anno sono il momento giusto, per chi decide di farlo, di iscriversi alla Società italiana della medicina di emergenza-urgenza.

Simeu è una associazione scientifica senza scopo di lucro. Come si dice nello statuto (consultabile sul sito www.simeu.it) la Società “persegue finalità di interesse generale e di utilità sociale nel realizzare l’attività di ricerca scientifica e di formazione dei medici, degli infermieri e di altri attori operanti nel sistema dell’Emergenza secondo principi ispirati a solidarietà ed umanità”.

Diventando soci si ottiene di:

  • Essere parte della più grande realtà scientifica della Medicina d’Urgenza in Italia: Simeu conta circa 3000 soci ed è presente con sezioni regionali su tutto il territorio nazionale.
  • Partecipare alla vita societaria, acquisendo il diritto di prendere parte alle votazioni degli organi elettivi, sia regionali che nazionali.
  • Sostenere le battaglie di Simeu quali il potenziamento delle Scuole di Specializzazione in Medicina d’Emergenza-Urgenza, il sovraccarico dei Pronto Soccorso italiani, la violenza di genere e, dal punto di vista clinico, la corretta analgesia per il paziente acuto.
  • Sostenere la ricerca in Medicina d’Urgenza: il Centro Studi SIMEU ha come finalità la promozione e il coordinamento di progetti di ricerca nella Nostra disciplina.
  • Superare gli steccati: Simeu è aperta a medici e infermieri che operano sia in ospedale che sul territorio, perché è importante che la visione della Medicina d’Urgenza sia condivisa da tutti coloro che vi sono coinvolti, ovunque essi operino.
  • Prendere parte a occasioni di formazione riservate ai soci, quali la Summer School per i giovani medici e quella per gli infermieri, dove la possibilità seguire lezioni teorico-pratiche tenute dai massimi esperti italiani viene fornita in splendidi resort dove rilassarsi e socializzare con colleghi da tutta Italia.
  • Crescere professionalmente: Simeu, che da sempre si è battuta per l’istituzione della Scuola di Specializzazione in Medicina d’Emergenza e Urgenza, offre una quota di iscrizione ridotta per i medici non strutturati e gli specializzandi, una sezione dedicata ai colleghi under 35 che garantisce loro una rappresentanza all’interno di tutti gli organi societari, e infine, possibilità formative specifiche quali, oltre alla già citata Summer School, il “Corso di sopravvivenza in P.S.per giovani medici”.
  • Far parte di una realtà europea: Simeu è membro dell’EuSEM, con cui collabora alla stesura di documenti e progetti scientifici.
  • Risparmiare sull’iscrizione ai corsi SIMEU: i soci in regola con l’annualità usufruiscono di quote di partecipazione ridotte fino al 50%, tranne che per i corsi AHA. 
  • Essere sempre informato su ciò che succede nella Società, oltre che con i canali dei Social Network su cui SIMEU è ampiamente presente, anche attraverso la Newsletter.

Tutte le informazioni necessarie per iscriversi o rinnovare l’adesione le potete trovare cliccando qui. Vi consigliamo di non tardare, soprattutto in vista del Congresso Nazionale, che si terrà a Torino tra il 6 e l’8 novembre 2014.

On line gli accessi nei pronto soccorso del Lazio

venerdì, febbraio 14th, 2014

Un nuovo portale della Regione riporta in tempo reale le informazioni sulla situazione dei dipartimenti di emergenza regionali

@SilviaAlparone

 

Quanti pazienti sono in trattamento e quanti in attesa nei diversi pronto soccorso romani e laziali, con che codice di priorità e con quale patologia: sono alcune delle informazioni pubblicate, e costantemente aggiornate, sul nuovo portale, presentato da Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, nell’ottica di una maggiore trasparenza verso il pubblico in un ambito caldissimo per la cronaca e la politica come la gestione dell’emergenza sanitaria.

I dati pubblicati sul sito si riferiscono agli accessi nei pronto soccorso o dipartimenti di emergenza di I o II livello,registrati dai singoli presidi attraverso il sistema Gipse (software per la gestione delle accettazioni in Ps). La rilevazione copre la quasi totalità delle strutture, tranne 4 Ps di ospedali privati, i Ps specialistici dell’Ospedale S. Camillo-Forlanini (Pediatrico e Ostetrico) e i Ps specialistici odontoiatrici G. Eastman e del Policlinico di Tor Vergata.

In tabella sono riportati sia il numero di pazienti in attesa che quelli in trattamento, distinti per colore del triage. Nelle ultime colonne sono indicati il numero di pazienti già trattati in attesa di ricovero o di trasferimento ad altro istituto, il totale dei pazienti per i quali è ritenuta necessaria un’ulteriore osservazione e il totale dei pazienti presenti nel Pronto Soccorso. I dati sono ordinabili anche per nome dell’Ospedale, per Asl o Comune di ubicazione o per ruolo della struttura nella rete dell’emergenza (Ps, Dea I, Dea II).

Sul sito regionale si sottolinea anche che “questi dati non possono essere utilizzati per misurare la qualità e tempestività dell’assistenza fornita nei Pronto Soccorso, è uno strumento importante d’informazione e trasparenza dei servizi sanitari e non fornisce classifiche o giudizi

Nella stessa occasione in cui è stato presentato il portale Zingaretti ha anche annunciato che nell’ultimo mese sono stati dimezzati i tempi medi di blocco delle ambulanze nei pronti soccorso della provincia di Roma. Nella seconda metà di gennaio, rispetto alla prima, la quantità di ambulanze bloccate oltre 30 minuti è calata dal 55,3% (4.587 su 8.290) al 48,4% (4.124 su 8.514).

 

MUBEE#11: Dove cercare le linee guida

martedì, febbraio 11th, 2014

di Paolo Balzaretti, redazione blog Simeu

@P_Balzaretti

 

Secondo l’americano “Institute of Medicine”, le linee guida sono documenti che includono raccomandazioni volte ad ottimizzare l’assistenza al paziente, il cui contenuto si basa su revisioni sistematiche della letteratura e su una valutazione dei rischi e dei benefici delle varie opzioni assistenziali alternative (1).

Come sappiamo, questi sono tra i documenti più controversi della letteratura scientifica: sebbene siano state concepite per facilitare la gestione del paziente, rendendo più fruibili le evidenze e riducendo le disomogeneità nell’approccio clinico, le linee guida sono state percepite spesso come vincoli alla libertà decisionale del medico. Inoltre, la loro diffusione è ostacolata dalla difficoltà che si può sperimentare adottando indicazioni diagnostico-terapeutiche create in altri contesti geografici e culturali e i dubbi circa la possibilità che talvolta le raccomandazioni costituiscano una forma di pressione operata dall’industria farmaceutica per mezzo di esperti con troppi conflitti d’interesse (2).

Nonostante ciò, non si può praticare la medicina oggi pretendendo di prescindere completamente dalla consultazione delle linee guida; in questo post tenterò di darvi alcune indicazioni su dove rintracciare le più interessanti.

Banche dati

Iniziamo con le banche dati. Ci sono quelle generiche, di cui ci siamo già occupati, che contengono documentazione scientifica di varia natura, tra cui anche linee guida, e quelle specifiche, create per contenere unicamente quest’ultime.

Tra le prime, ci due risorse di cui abbiamo già trattato, MEDLINE® e Trip Database. Nel primo caso, possiamo operare filtrando i risultati della nostra ricerca aggiungendovi, per mezzo dell’operatore AND, la seguente stringa: (“Guideline”[ptyp] OR “Guideline*”[TI] OR “Recommendation*”[TI]). Facciamo un esempio: nel caso fossimo interessati a conoscere le linee guida per il trattamento del trauma cranico nel paziente in TAO, si potrebbe creare una stringa come quella riportata nella fig.1:

 

 

Fig. 1. [ptyp] è un tag che identifica il tipo di pubblicazione cui la citazione fa riferimento. Il tag [TI] fa’ si che la parola tra virgolette sia ricercata come termine libero solo nel titolo delle citazioni. Il simbolo “jolly” * (o wildcard) fa sì che PubMed ricerchi tutti i termini che presentano come radice la parola inserita tra virgolette (nel nostro caso, essenzialmente “Guideline” e “Guidelines”). E’ bene ricordarsi sempre di impiegare in modo corretto le parentesi per costruire stringhe complesse.

 

Questa ricerca restituisce, ahimè, solo due risultati. Ciò conferma che PubMed non può essere considerato l’unico strumento per cercare linee guida, soprattutto perché la maggior parte di questi documenti effettivamente non sono pubblicati sulle riviste peer-review indicizzate nella Banca dati ma su altri canali, quali i siti delle Società scientifiche.

Come abbiamo già visto, queste “fonti alternative” sono scandagliate in modo efficace da Trip Database. Inserendo la stringa nel box di ricerca:

(“Head trauma” OR “Head injury”) AND (“oral anticoagulation” OR “warfarin”)

Si ottengono 271 citazioni, di cui circa 100 sono linee guida. E’ possibile filtrare i risultati utilizzando i tasti sulla barra destra; le linee guida vengono automaticamente categorizzate in base alla nazione di provenienza e successivamente, nella istituzioni che le hanno pubblicate. Cliccando sul titolo della citazione è possibile raggiungere l’indirizzo internet del documento, talvolta direttamente in formato pdf.

Fig. 2. I risultati della ricerca in Trip database.

Trip Database è uno strumento potente per questo tipo di ricerche: è difficile che resterete a mani vuote utilizzandolo. L’unico rischio, al contrario, è quello di venire sommersi da molte citazioni non attinenti (nel nostro caso, riguardanti principalmente l’ictus).

Infine, un archivio specifico di linee guida da consultare assolutamente è il National Guidelines Clearinghouse (NGC). Gestito dall’Agency for Helthcare Research and Quality (parte dello U.S. Department of Health and Human Services), è un database nel quale sono raccolte raccomandazioni che soddisfano alcuni criteri specifici, stabiliti a priori (cliccate qui per ulteriori informazioni). Consultare la NCG garantisce molti vantaggi: innanzitutto, fornisce una sintesi strutturata (eventualmente scaricabile in formato pdf) di ogni linea guida archiviata, portando in evidenza i dati più salienti (è incluso anche il link diretto all’indirizzo del documento originale).

Fig. 3. I risultati della ricerca nella National Guidelines Clearinghouse.

Uno dei punti di maggior forza è il servizio “Compare Guidelines” che permette di confrontare, per mezzo di una tabella generata automaticamente, le sintesi di due o più linee guida, fornendo un utile strumento nel caso in cui, tra più documenti, si debba scegliere quale adottare.

Fig. 4. Il servizio “Compare guidelines” della National Guidelines Clearinghouse.

Nel nostro caso, l’inserimento della stringa già impiegata per Trip Database restituisce 12 citazioni, a prima vista più mirate e specifiche di quelle fornite da quest’ultimo.

 

Enti estensori di linee guida

E’ possibile anche scegliere di accedere direttamente agli archivi delle istituzioni maggiormente coinvolte nella redazione di linee guida. Di seguito, alcune di quelle che ritengo più rilevanti per un operatore dell’emergenza-urgenza (in ordine alfabetico):

  • American College of Emergency Physician: rilascia documenti, in forma di “domande e risposte”, definiti “Clinical Policies”, nei quali fornisce raccomandazioni basate su estese valutazioni sistematiche della letteratura (link diretto). Lo stesso organismo pubblica i cosiddetti “Policy Statements”, più focalizzati, che possono essere considerati delle opinioni di esperti (quelli del Board of Directors) riguardanti temi anche non strettamente clinici (link diretto).
  • American Heart Association: redige linee guida su numerosi condizioni cardiovascolari (link diretto).
  • Eastern Association of Surgery of Trauma: focalizzata naturalmente sulla traumatologia, ha rilasciato numerose linee guida scaricabili gratuitamente (link diretto).
  • European Society of Cardiology: altra autorevole fonte di linee guida in ambito cardiovascolare (link diretto).
  • Infectious Diseases Society of America: pubblica, anche sul propria rivista ufficiale, “Clinical Infectious Diseases”, autorevoli e note linee guida in ambito infettivologico (link diretto).
  • GOLD e GINA: sono due iniziative di portata mondiale che redigono, tra le altre attività, raccomandazioni aggiornate molto frequentemente. Quelle GOLD riguardano la bronco pneumopatia cronica ostruttiva (link diretto), quelle GINA l’asma (link diretto). I link conducono alle traduzioni in italiano dei rispettivi documenti.
  • NICE: il britannico “National Institute for Health and clinical excellence” prepara molteplici documenti evidence based (che indica come “Guidance”) tra cui anche linee guida. E’ possibile ricercarle e scaricarle gratuitamente direttamente dal sito dell’istituto (link diretto).
  • SIGN: lo Scottish Intercollegiate Guidelines Network è un’istituzione pubblica che redige linee guida per il sistema Sanitario Inglese, aggiornate periodicamente, su molteplici argomenti (link diretto).

 

In Italia

Nel nostro Paese non esistono, che mi risulti, molte iniziative di promozione e diffusione di linee guida di respiro nazionale. Tra queste citerei il Piano Nazionale Linee Guida (link diretto), in cui sono raccolte linee guida istituzionali riguardanti vari argomenti.

Bibliografia

  1. Institute of Medicine. Graham R, Mancher M, Wolman DM, Greenfield S, Steinberg E, editor(s). Clinical practice guidelines we can trust. Washington (DC): National Academies Press; 2011. 2p. Link

  2. Lenzer J, Hoffman J, Furberg C, Ioannidis J. Ensuring the integrity of clinical practice guidelines: a tool for protecting patients. BMJ 2013; 347: f5535. Link

Note: la ricerca bibliografica contenuta in questo post ha solo un scopo esemplificativo e non può considerarsi completa o validata. Tutte le ricerche sono state effettuate il 4 febbraio 2014.

Intervento Simeu alla trasmissione Rai Uno Mattina in famiglia: i rimedi per il sovraffollamento dei pronto soccorso

lunedì, febbraio 10th, 2014

@SilviaAlparone

 

Riorganizzazione ospedaliera, miglioramento della rete e dei percorsi di ricovero, e più risorse per il pronto soccorso: su questi punti ha insistito Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeu, nel suo intervento alla trasmissione Uno Mattina in famiglia, in cui si è parlato del sovraffollamento dei pronto soccorso italiani.

La trasmissione è andata in onda in diretta su Rai Uno la mattina di domenica scorsa, 9 febbraio. Lo spazio in cui Simeu è stata ospite dedicato al tema “Pronto soccorso: perché si ingolfano e quali sono i possibili rimedi” si può rivedere a questo link a partire dal minuto 2.28.30.

Nella parte conclusiva del suo intervento Cibinel ha anche ricordato l’importanza della formazione, e il rischio chiusura che sta correndo per mancanza di fondi ministeriali la Scuola di Specialità in Medicina di Urgenza, proprio nell’anno in cui usciranno i primi specialisti.

La trasmissione è stata seguita e partecipata anche sui social:

 

e ancora sulla formazione :

 

Simeu a “Uno mattina in famiglia” domenica 9 febbraio. Rai 1, ore 9.45

venerdì, febbraio 7th, 2014

@SilviaAlparone

 

Quali sono i problemi del pronto soccorso che portano al sovraffollamento e che utilità può avere l’introduzione della figura di “steward” di pronto soccorso introdotta in Veneto nei dipartimenti di emergenza.

Di questo si parlerà domenica 9 febbraio su Rai 1 intorno alle 9.45 nell’ambito della trasmissione “Uno mattina in famiglia”. Tra gli ospiti della trasmissione ci sarà anche Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeu.

La trasmissione di domenica prossima, condotta da Tiberio Timperi e Francesca Fialdini, sarà in diretta su Rai 1 a partire dalle ore 6.30, e prevede come ultimo spazio della mattinata, a partire dalle 9.45 l’approfondimento sul tema “Pronto Soccorso: perché si ingolfano e quali sono i possibili rimedi”.

La lotta al dolore in urgenza: Simeu in un articolo del Corriere Salute

venerdì, febbraio 7th, 2014

@SilviaAlparone

 

Su circa tre milioni di accessi ai Pronto Soccorso gli analgesici sono usati in Italia solo in pochissimi casi: il paziente è trattato secondo le procedure necessarie al singolo caso, ma senza una cura specifica per il dolore implicito nella patologia specifica o nella lesione.

E’ il risultato di un’indagine Simeu, tradizionalmente impegnata nella lotta contro il dolore: i corsi per medici e infermieri organizzati dalla faculty Sau, Sedazione e analgesia in urgenza, hanno coinvolto nel 2013 operatori sanitari di tutta Italia. E il programma dei corsi prevede un fitto calendario di appuntamenti anche per il 2014. Sarà presto disponibile sul sito della società l’elenco degli appuntamenti con le date, città per città. Scopo del corso Sau è proprio trasmettere agli operatori le corrette procedure per gestire e alleviare il dolore del paziente di pronto soccorso, soprattutto nel caso si tratti di bambini o anziani.

Di tutto questo si parla oggi in un articolo del Corriere Salute, con un’intervista a Fabio De Iaco, responsabile faculty Sau di Simeu.

I corsi di sedazione e analgesia sono rivolti al personale sanitario coinvolto nell’attività di pronto soccorso, medici e infermieri. Nel 2013 hanno partecipato specialisti non solo di Medicina d’urgenza ma anche di Anestesia e rianimazione, Pediatria, Ginecologia e Medicina interna.

Le difficoltà dei pronto soccorso romani

martedì, febbraio 4th, 2014

 

Lettera aperta alla stampa di Francesco Rocco Pugliese, presidente Simeu Lazio

A proposito della situazione di sovraffollamento dei pronto soccorso laziali, in particolar modo quelli romani, che soprattutto in questo periodo dell’anno è oggetto dell’interesse dei mezzi di comunicazione nazionali e locali, Francesco Rocco Pugliese, presidente regionale del Lazio di Simeu, Società italiana della Medicina di emergenza-urgenza, precisa quanto segue:

Per risolvere il problema del sovraffollamento dei Pronto Soccorso, in molti ormai sembrano avere la soluzione pronta, ma la quasi totalità dei proponenti non ha mai svolto un turno di pronto soccorso e, se lo ha fatto, è stato qualche decina di anni fa.

Il problema del sovraffollamento affligge i pronto soccorso della Regione, in particolare quelli romani, in modo ben noto alla cronaca. Anche in situazioni di sovraffollamento tuttavia i pazienti affetti da patologie gravi ed acute, come l’infarto, l’ictus, le urgenze neurochirurgiche, quelle cardiochirurgiche e i gravi traumatismi seguono un percorso dedicato, con tempestività negli accertamenti e nellecure. Un sovraffollamento critico del pronto soccorso solo raramente può determinare ritardi per i casi più gravi, a differenza di molte situazioni a rischio intermedio.

L’inesistente emergenza influenza e le vere cause del sovraffollamento

A proposito dell’epidemia influenzale la prima affermazione che mi sento di fare è che non esiste nessuna emergenza in merito. Il problema del sovraffollamento è endemico e strutturale, non occasionale.

Qualche tempo fa andava di moda affermare che il sovraffollamento era determinato dai codici bianchi che si rivolgevano impropriamente al pronto soccorso. Il codice bianco non è una criticità per il pronto soccorso; il problema è per il paziente che dovrà attendere per trovare la soluzione al suo problema di salute perché si è rivolto alla struttura del sistema sanitario nazionale la cui mission è quella di trattare le patologie più gravi prioritariamente rispetto a quelle con caratteristiche cliniche ambulatoriali.

Poi la responsabilità delle attese è stata attribuita ai codici verdi. Molte patologie mortali possono esordire con scarsi sintomi/segni, talvolta anche non facilmente interpretabili (esempio: infarto, traumatismi chiusi, embolia polmonare, rottura dell’aorta, occlusioni intestinale, ischemia intestinale). Anche qui, come nei casi più gravi, il compito dell’infermiere di triage, insieme a quello del medico del pronto soccorso, è articolato e fondamentale per arrivare prima possibile alla diagnosi: e anche in questo caso un ambiente sovraffollato non aiuta.

Secondo altri il sovraffollamento è determinato dai medici territoriali che non operano un

adeguato filtro all’arrivo dei pazienti in pronto soccorso. Quest’ultima spiegazione non corrisponde totalmente alla verità: il paziente attualmente vuole essere visitato tecnologicamente con esami di laboratorio, ecografie, doppler, tac, risonanza, visite specialistiche, e non si sente sicuro solo con la visita tradizionale del medico di medicina generale, principale risorsa presente sul territorio, quando disponibile.

Secondo altri il sovraffollamento dei Pronto Soccorso è rappresentato dai medici del pronto soccorso che non dimettono i pazienti dimissibili. In realtà i medici di pronto soccorso della regione Lazio ricoverano solo il 17% dei pazienti, un dato perfettamente in linea, non solo con la media nazionale, ma anche con quella internazionale (Stati Uniti 18-19%; Inghilterra 21-22%).

La vera causa del sovraffollamento del pronto soccorso, soprattutto in un’area metropolitana, è rappresentato dalle attese per il ricovero di pazienti anziani, con patologie multiple, fenomeno a sua volta causato dalla discrepanza tra numero di accessi al pronto soccorso e disponibilità di posti letto ospedalieri per il ricovero; dall’elevato tasso di pazienti che giungono con mezzi di soccorso (mediamente più gravi rispetto ai pazienti che giungono autonomamente); dal fatto che in ospedale i livelli di ricovero in elezione siano elevati rispetto ai ricoveri provenienti dal pronto soccorso; dalle degenze medie troppo elevate nei reparti di area medica; da degenze preoperatorie troppo lunghe nei reparti chirurgici; dalla discrepanza tra popolazione residente nel bacino di utenza dell’ospedale e disponibilità di letti di post acuzie, lungodegenze, hospice, riabilitazione, RSA, percorsi territoriali dedicati.

La possibile soluzione al sovraffollamento: ospedali in rete

Per poter affrontare in maniera razionale la problematica in questione ogni struttura ospedaliera dovrebbe utilizzare un approccio di sistema: l’affollamento del pronto soccorso infatti non è solo un problema del pronto soccorso, ma di tutto l’ospedale; inoltre tutti gli ospedali dovrebbero essere in rete con dati di attività accessibili ad una cabina di regia regionale; si dovrebbe, in questo modo, poter razionalizzare adeguatamente le risorse in base alle reali necessità di bisogni di salute dei cittadini. Reputo che la Regione Lazio abbia iniziato il percorso giusto basato su dati di attività ufficiali, ma il lavoro non sarà né semplice né facile e molti saranno coloro che proveranno ad interromperlo.

In conclusione desidero ringraziare tutto il ‘popolo dell’urgenza’, ausiliari, infermieri e medici di pronto soccorso-medicina d’urgenza, che ancora con sacrificio e abnegazione continuano ad operare in difficilissime condizioni ambientali, dando prova di grande professionalità e impegno oltre ogni ragionevole misura”.

 

 

 

 

Introduzione in Veneto dello “steward di pronto soccorso”: il commento Simeu su Repubblica di oggi

domenica, febbraio 2nd, 2014

@SilviaAlparone

 

Gian Alfonso Cibinel è intervenuto sulle pagine di Repubblica, come presidente nazionale della Società italiana della Medicina di emergenza-urgenza,  a proposito dell’introduzione in Veneto dello steward di pronto soccorso, nuova figura di supporto agli utenti in attesa di assistenza, o di un parente in carico al pronto. La nuova figura è stata presentata venerdì 31 gennaio a Venezia dal presidente della Regione Luca Zaia, insieme all’assessore alla sanità Luca Coletto e al direttore generale della sanità Domenico Mantoan.

L’articolo a firma di Michele Bocci dal titolo “Mai più soli in sala d’attesa ora al pronto soccorso arrivano hostess e steward” è a pag. 19 del quotidiano di oggi, domenica 2 febbraio, in Cronaca nazionale. Nel suo intervento il presidente nazionale Simeu, ha sottolineato la necessità di interventi organizzativi strutturali per alleviare i problemi dell’emergenza, dichiarando quanto segue: «È molto importante lavorare sull’accoglienza alla porta dell’ospedale per migliorarla. L’attività di steward e hostess serve soprattutto di giorno, quando vediamo arrivare tanti codici bianchi e verdi, cioè problemi poco gravi che per questo talvolta devono aspettare molto. Anche i filmati con una componente educativa sono molto utili». Per risolvere il problema dei pronto soccorso in affanno, però, ci vuole altro.

«Bisogna lavorare perché i reparti degli ospedali siano in grado di accogliere i nostri malati senza lunghi ritardi e rinforzare il territorio, che può servire ad evitare gli accessi al pronto soccorso dei casi meno gravi e a prevenire le ricadute di malati appena usciti dall’ospedale. Il sistema deve essere organizzato meglio. In certe Regioni ci sono troppi ospedali, tanta sanità privata accanto a un territorio troppo debole».





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